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By Adam Parsons


Sebbene sia solo una pianta, il kratom ha generato molte polemiche a causa dei suoi effetti psicoattivi. Anche se il CBD non sballa, viene estratto da una delle piante più diffamate sulla Terra. Reputazione a parte, i ricercatori stanno esaminando l'azione di queste sostanze nel nostro corpo, testandole in modelli di diversi problemi di salute.

COSA È IL KRATOM?

Il kratom è una specie botanica nota scientificamente come Mitragyna speciosa. La pianta di kratom cresce spontanea in Malaysia, Indonesia, Thailandia, e Papua Nuova Guinea. In Paesi del sudest asiatico come questi citati ha una storia di utilizzo in qualità di sostituto dell'oppio. Nel mercato globale, è stato impiegato in modo più comune per alleviare i dolori, stimolare l'energia, e come integratore alimentare.

Il kratom è stato adoperato tradizionalmente sia come tessile che come medicinale. Mytragina è un genere appartenente alla famiglia delle Rubiaceae. In maniera analoga ad altre piante della stessa famiglia, come il caffè, il kratom agisce a basse dosi come stimolante. Ma a dosi elevate, la Mytragina esibisce caratteristiche simili a quelle degli oppiacei. A parte il papavero ed i semi di akuamma, il kratom è l'unica fonte naturale al mondo di alcaloidi dell'oppio.

Per millenni, il kratom è stato impiegato in maniera simile alla cannabis. Ma tuttavia, a differenza della cannabis, non ha mai davvero preso piede nella cultura popolare. In anni recenti però il suo utilizzo negli Stati Uniti ed in Europa ha conosciuto un'impennata; e così pure le preoccupazioni quanto alla sua sicurezza e legalità.

Kratom

PER COSA PUÒ ESSERE USATO IL KRATOM?

Il kratom ha una lunga storia come rimedio per un vasto numero di sintomi e condizioni patologiche. In passato lo si è impiegato per trattare disturbi come febbre, tosse, dolori muscolari, diarrea, ipertensione, affaticamento ed altri malanni. In epoca moderna, viene comunemente utilizzato per il trattamento di dolore cronico, ansia, astinenza da oppiacei e come stimolante energetico. Malgrado sia bandito in diversi Paesi, lo si consuma tuttora regolarmente durante occasioni sociali nel sudest asiatico.

Una dose efficace di kratom può apportare benefici come far calare l'ansia, ridurre il dolore, indurre sedazione ed aumentare energia e produttività. A differenza della cannabis, il kratom non fornisce un sollievo immediato. Gli effetti del kratom si presentano tipicamente nel giro di un'ora.

Il sollievo dal dolore è uno degli impieghi del kratom più comuni. Una recente rassegna di studi clinici ha scoperto che il kratom è in grado di ridurre il dolore, ed allo stesso tempo indurre rilassamento e potenziare il sistema immunitario. Per di più, secondo un'indagine online condotta dal “Pain News Network” in collaborazione con la “American Kratom Association”, oltre il 90% dei partecipanti trova che il kratom sia efficace nell'alleviare il dolore.

Il kratom viene da tempo usato anche per trattare le crisi di astinenza, specialmente da oppioidi. La crisi degli oppioidi in Nord America è stata almeno in parte responsabile dell'ascesa in popolarità del kratom. Molti tossicodipendenti hanno trovato il kratom incredibilmente efficace nell'aiutarli a disintossicarli dalla dipendenza ad oppioidi più potenti come eroina, ossicodone e fentanyl. Alcuni sono riusciti, usando il kratom, ad eliminare i sintomi della dipendenza da oppioidi fino alla loro completa scomparsa. La capacità del kratom di agire come un sostituto degli oppioidi consente ai consumatori di droga di sbarazzarsi del vizio dei narcotici pesanti, e tornare ad una vita normale.

Alcune persone hanno riferito di un esito positivo dell'uso di kratom nel trattamento di disturbi legati all'ansia. Patologie quali il disturbo post-traumatico da stress (DPTS) ed il disturbo di ansia sociale (SAD) sono state trattate con successo con il kratom. Sarebbe anche in grado di esercitare un effetto antinfiammatorio. Ciò potrebbe renderlo un trattamento efficace per dolori articolari ed ossei. Sono comunque necessarie maggiori ricerche prima di poter approvare pienamente il kratom come trattamento per queste patologie.

COME FUNZIONA IL KRATOM?

Nella sua forma naturale, il kratom può essere masticato, fumato, o bevuto in infusione. Il più sovente, il kratom viene macinato in una polvere e mescolato con un liquido, solitamente acqua calda. A differenza della cannabis, il kratom non ha bisogno di venire riscaldato per essere attivo; può pertanto venir consumato nella sua forma grezza, generalmente con una capsula. Il kratom può anche venir mischiato con altri liquidi o alimenti, per renderne più facile l'assunzione. Uno dei cibi più comuni e pratici utilizzati per mescolarvi il kratom è lo yogurt.

Sono almeno 25 i singoli alcaloidi che sono stati identificati ed estratti dalle foglie della pianta del kratom. L'alcaloide indolico predominante nel kratom è la mitraginina (MG), responsabile di gran parte delle virtù analgesiche del kratom. Se paragonata a quella di altri antidolorifici, la potenza analgesica della mitraginina è analoga in efficacia alla codeina. Tre altri alcaloidi della pianta sono stati scoperti capaci di attivare i recettori degli oppiacei nel corpo e nel cervello.

La MG è di fatto meno efficace se presa come molecola singola ed isolata, che non se viene consumata in forma di estratto completo della pianta. Questo perché gli estratti della pianta completi contengono molte più sostanze biologicamente attive, come la 7-idrossimitraginina. Questa sostanza è un forte analgesico che interagisce con il recettore mu-oppioide, malgrado sia strutturalmente differente dagli altri oppiacei: non si lega ai recettori degli oppiacei, ed i suoi effetti differiscono da quelli degli oppioidi farmaceutici.

La ricerca ha mostrato che le proprietà fisiologiche del kratom si esercitano tramite i sistemi di neurotrasmissione, in aggiunta alle sue peculiari interazioni con i recettori degli oppiacei. Il kratom ha un'azione su neurotrasmettitori quali dopamina, serotonina e GABA.

Come Funziona il Kratom

EFFETTI COLLATERALI E RISCHI

La capacità del kratom di trattare un'ampia serie di disturbi si accompagna ad alcuni inconvenienti. I più comuni effetti collaterali del kratom sono gli stessi che per gli oppiacei. Fra questi troviamo dolori di stomaco, vomito, prurito, nausea, bocca secca e mancanza di appetito. Il rischio di incorrere in questi effetti secondari è tuttavia molto più basso che con gli altri oppiacei. È stato anche accusato di provocare altri e più gravi problemi, come convulsioni, aritmia, danni al fegato e psicosi. Ma vi è scarsa documentazione ed investigazione esaustiva in merito al ruolo svolto dal kratom in queste condizioni patologiche.

Quasi tutti i decessi in cui è implicato il kratom vedono anche l'implicazione di altri narcotici o sostanze stupefacenti. Questo suggerisce che il kratom possa essere pericoloso se mischiato con altre sostanze, compresi farmaci da banco. Degli studi mostrano che il kratom ha la capacità di alterare il metabolismo umano di varie sostanze, rendendole potenzialmente più pericolose.
Si raccomanda pertanto di consumare il kratom esclusivamente da solo, senza aggiunta di alcun'altra sostanza.
Secondo uno studio, la potenzialità di un'overdose solo con kratom esiste; sarebbe però necessaria una dose estremamente elevata. E dunque un'overdose di kratom è praticamente una cosa inaudita, in quanto prima di raggiungere un punto tale sopravverrebbero delle crisi spontanee di vomito.

Se pure il kratom potrebbe essere utile nel trattamento della dipendenza da oppioidi, possiede anche in se stesso il potenziale per creare dipendenza. Un'indagine del 2014, condotta su 293 persone, ha trovato che quasi tutti i partecipanti mostravano segni di dipendenza dopo 6 mesi di consumo regolare di kratom. Dolori, difficoltà a dormire e collera erano fra i sintomi fisici e psicologici più comunemente riscontrati.

Di recente, adulteranti e additivi in prodotti a base di kratom sono diventati una fonte di preoccupazioni e critiche. Questo non è un problema in Paesi asiatici dove i consumatori possono acquistare il prodotto puro da fabbricanti locali. Ma gli additivi non sono infrequenti in prodotti al kratom venduti in Occidente. Certi prodotti vengono alterati con caffeina, oppioidi sintetici, o altri composti farmaceutici. Il pericolo maggiore legato al kratom non proviene dalla droga in sé, ma dal fatto che gli si mischino altre droghe.

IL KRATOM È LEGALE?

La situazione legale del kratom varia da Paese a Paese, e da Stato a Stato. Paesi come Polonia, Germania, e Nuova Zelanda lo hanno dichiarato sostanza controllata. Altri, come Australia, Birmania, e Thailandia, lo hanno reso completamente illegale. Non trascurate di verificare lo statuto legale del kratom nel vostro Paese, regione, e città, poiché potrebbe variare da una giurisdizione all'altra.

Per quanto riguarda gli Stati Uniti, lo statuto legale del kratom è costantemente sotto minaccia. Il suo stretto rapporto con gli oppiacei gli ha attirato critiche da parte dei legislatori statunitensi. Nel 2016, la DEA (agenzia federale USA per il controllo delle droghe) ha fatto il suo primo tentativo di bandire il kratom dal Paese. Nel 2017, la FDA (agenzia per gli alimenti e i medicinali) raccomandava che il kratom venisse classificato come droga di Categoria I, insieme ad altri narcotici oppiacei. In seguito alle pubbliche proteste, DEA e FDA hanno deciso di non agire su queste raccomandazioni, il che significa che il kratom è tuttora legale a livello federale.

Numerosi Stati hanno preso l'iniziativa di bandire il kratom a livello locale. Stati come Alabama, Indiana e Tennessee, fra gli altri, hanno optato per rendere il kratom illegale. Alcune città degli USA, come Denver, San Diego e Sarasota, hanno anch'esse deciso di rendere il kratom illegale nell'ambito della loro giurisdizione.

Kratom Legal

COSA È IL CBD?

Il cannabidiolo (CBD) è un cannabinoide presente nella pianta di cannabis. Insieme al tetraidrocannabinolo (THC), è uno dei principi attivi più importanti della marijuana. Tuttavia, secondo un articolo dell'OMS[1], il CBD, a differenza del THC, non sembra generare effetti che alterano le percezioni. Il CBD viene ricavato dalla canapa, che è molto ricca di questa sostanza. La molecola viene estratta e trasformata in vari prodotti come tinture, capsule, edibili e oli vaporizzabili. Le varietà di cannabis ricche di CBD possono essere fumate o vaporizzate nella loro forma vegetale.

I prodotti al CBD talvolta possono contenere anche altri cannabinoidi (incluso il THC). Questa tipologia viene definita “a spettro completo”. Il Dr. Ethan Russo, figura eminente nell'ambito della ricerca sulla cannabis, suggerisce[2] che i cannabinoidi siano maggiormente efficaci quando agiscono congiuntamente. Negli Stati Uniti, questi prodotti sono considerati legali purché non contengano dosi di THC superiori allo 0,3%. In Europa i livelli devono essere inferiori allo 0,02%. La percentuale di THC concessa dalla legge potrebbe variare in altre nazioni. Il CBD può essere acquistato e consumato anche isolatamente. Il CBD isolato non contiene nessun altro cannabinoide o terpene.

PER COSA VIENE USATO IL CBD?

Il CBD è molto apprezzato e commercializzato come integratore alimentare. Tuttavia, viene anche studiato a livello scientifico per esaminare le sue possibili applicazioni.

Secondo alcune ricerche, il cannabidiolo potrebbe gestire i sintomi dell'epilessia[3]. Il CBD è diventato famoso nel 2013, quando Charlotte Figi[4], una bambina del Colorado, riuscì a diminuire il numero di attacchi epilettici utilizzando olio di cannabidiolo. Da quel momento, la ricerca scientifica ha cercato di consolidare le prove a supporto dell'utilizzo di CBD nella gestione dei casi di epilessia rari ed incurabili.

La scienza che circonda il CBD rimane limitata. Tuttavia, studi ambiziosi stanno usando il cannabinoide contro modelli di disturbi comuni, tra cui:

  • DPTS[5]
  • Disturbo affettivo stagionale (DAS, o SAD in inglese)[6]
  • Insonnia ed ansia[7]
  • Sindrome da astinenza da cannabis[8]

Il sistema endocannabinoide sta emergendo come un potenziale bersaglio terapeutico nelle patologie muscoloscheletriche e i ricercatori stanno ora esaminando come le miscele di CBD e THC possano incidere sui disturbi delle articolazioni[9], come l’artrite reumatoide.

CBD Uses

COME FUNZIONA IL CBD?

La scienza ha individuato oltre 65 target e percorsi molecolari correlati al CBD. A differenza del THC, il CBD esibisce una scarsa affinità di legame con i recettori cannabinoidi CB1 e CB2. Invece di legarsi direttamente, il CBD influisce in modo indiretto su di essi. Si ritiene che la molecola generi determinati effetti intervenendo su recettori e canali ionici diversi da quelli cannabinoidi.

Il CBD produce i suoi effetti attivando recettori come il TRPV1 e usandoli per regolare determinate funzioni corporee attraverso il sistema endocannabinoide. In alcuni casi il CBD genera effetti aumentando la quantità di anandamide nell'organismo.

QUALI SONO GLI EFFETTI SECONDARI O I RISCHI CONNESSI ALL'USO DI CBD?

L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha recentemente affermato che il CBD non sembra in grado di creare dipendenza o generare effetti psicotropi. Una ricerca pubblicata[10] nel The Journal of Neuroscience ha rilevato che il CBD può essere utile in caso di crisi di astinenza, poiché limita il rilascio di dopamina, la molecola legata al piacere. Questo studio ha evidenziato che il CBD interagisce con i segnali del sistema dopaminergico mesolimbico, armonizzando la risposta fisiologica allo stimolo.

Gli effetti collaterali più comuni legati al consumo di CBD sono nausea, vomito, diarrea, secchezza della bocca, vertigini e variazioni dell'umore o dell'appetito. Il cannabinoide potrebbe inoltre interagire con altri farmaci, inclusi quelli per il trattamento dell'epilessia. Prima di assumere CBD congiuntamente ad altri medicinali, è essenziale consultare il medico. Inoltre, le donne in stato di gravidanza o allattamento dovrebbero evitare di consumare qualsiasi prodotto derivato dalla cannabis.

IL CBD È LEGALE?

La legalità del CBD dipende dalle norme vigenti nelle varie giurisdizioni. Negli Stati Uniti la legalizzazione della canapa a livello federale ha collocato il CBD in una zona grigia. In teoria, un prodotto al CBD che contiene meno dello 0,3% di THC dovrebbe essere legale. Tuttavia, i vari Stati hanno emanato diverse normative. È quindi importante consultare le leggi in vigore nella propria zona prima di usare il CBD.

In Europa il CBD è legale, purché sia stato estratto da canapa e contenga meno dello 0,02% di THC. Alcune delle nazioni in cui è legale l'acquisto e il consumo di CBD sono Regno Unito, Italia, Austria, Belgio e Romania.

QUALI SONO LE DIFFERENZE TRA CBD E KRATOM?

Il CBD e il kratom si distinguono principalmente a livello molecolare. Entrambe le sostanze contengono infatti composti molecolari differenti. Nonostante producano effetti simili, il loro meccanismo d'azione è molto diverso.

Sia il CBD che il kratom possono potenzialmente influenzare la percezione del dolore. Attualmente gli studi di laboratorio[11] stanno analizzando il ruolo del CBD sui vari tipi di dolore, ad esempio quello legato all'infiammazione e al dolore neuropatico.

CBD
Componenti molecolari
C21H3002
Effetti
Analgesici, antinfiammatori, Antiemetici...
Assuefazione
No
Interazione con medicinali
No
KRATOM
Componenti molecolari
C23H3002
Effetti
Analgesici, calmanti, sedativi della tosse...
Assuefazione
Interazione con medicinali
No
MARIJUANA
Componenti molecolari
C21H3002
Effetti
Euforia, rilassamento, percezioni sensoriali amplificate...
Assuefazione
Interazione con medicinali
Dipende dai medicinali




Per quanto riguarda il kratom, invece, le ricerche scientifiche condotte fino a questo momento non sono sufficienti per determinare il tipo di dolore che questa sostanza può trattare. Diversamente dal CBD, l'efficacia del kratom è confermata solo da testimonianze aneddotiche—e non da studi pre-clinici o test su animali. Ad ogni modo, ciò non significa che esso sia meno efficace. Nonostante uno statuto giuridico alquanto confuso, molte persone scelgono di assumere kratom per alleviare il dolore.

Il kratom e il CBD mostrano effetti promettenti nel trattamento delle crisi di astinenza causate da sostanze stupefacenti. Tuttavia, essi agiscono in modi molto diversi. Il kratom interagisce direttamente con i recettori oppioidi. Il CBD, invece, non influenza direttamente i recettori cannabinoidi CB1 e CB2. Il kratom può essere utile nel trattamento delle dipendenze da oppiacei poiché racchiude molte proprietà simili a quelle degli oppiacei. Infatti, il kratom è considerato un sostituto degli oppiacei.

Come si comporta il CBD in caso di abuso di sostanze? Le istituzioni stanno riversando denaro negli studi nella speranza di trovare una risposta. Uno studio pubblicato nel 2021 sulla rivista Cannabis and Cannabinoid Research ha messo in evidenza la relazione del CBD[12] con l’astinenza da oppiacei. Altre ricerche stanno invece esplorando il ruolo del CBD nel ridurre l’uso compulsivo di cannabis[13], una testimonianza della versatilità di una singola pianta. 

A livello di effetti collaterali, il kratom può potenzialmente generare dipendenza. La scienza ha ampiamente dimostrato che chi consuma kratom può sviluppare effetti collaterali simili a quelli indotti da altri oppiacei. La differenza principale è nella gravità e nella durata di tali effetti.

Il kratom causa sonnolenza, soprattutto a dosi elevate. Occorre consumare il kratom con cautela, poiché la sostanza impedisce lo svolgimento di alcune attività, ad esempio la guida. Tuttavia, anche quando si assume CBD è sempre opportuno valutare il proprio stato psicofisico in ogni circostanza.

Alcuni preferiscono il CBD poiché è disponibile in numerosi formati. Grazie a sofisticate procedure di estrazione, il CBD può essere inserito all'interno di cibi, liquidi e capsule.

L'assunzione congiunta di kratom e altri medicinali o sedativi, inclusi farmaci soggetti a prescrizione, è molto meno sicura. Nei decessi collegati al consumo di kratom sono spesso coinvolte molteplici sostanze.

COME SI RAFFRONTANO KRATOM E MARIJUANA?

Per quanto riguarda la pianta di cannabis nel suo complesso, la comparazione si fa più complicata a causa delle diverse varietà. Sia kratom che cannabis vengono riprodotte in differenti varietà, che incidono sul tipo di effetti che queste producono.

Le varietà di kratom più raccomandabili per alleviare i dolori sono quelle “Red Vein”, Bali, Borneo o Indo. Per quanto riguarda la marijuana, le varietà migliori dal punto di vista analgesico sono di solito le pesanti varietà indica come Afghan e Hindu Kush.

Se consumate a basse dosi, queste varietà di kratom possono esercitare i loro effetti permettendo di mantenere le capacità cognitive. A dosi più elevate possono eliminare del tutto il dolore, ma i loro effetti cognitivi saranno più imprevedibili. Quando si consumano varietà di cannabis indica a dosi elevate, gli effetti sono analoghi a quelli del kratom; gli effetti sul dolore saranno più completi, ma con un evidente impedimento cognitivo. Per evitare questo, alcuni utilizzatori di marijuana medicinale preferiscono assumere microdosi, che vanno da 0,1 a 0,3 grammi. Ciò permette loro di ottenere un certo effetto di sollievo dal dolore, senza sacrificare troppe capacità mentali.

Sappiamo che sia kratom che marijuana possono offrire un sollievo, almeno temporaneo, all'ansia. Gli utilizzatori di marijuana devono prestare particolare attenzione alle varietà che scelgono per ridurre l'ansia. Delle forti varietà sativa possono di fatto produrre effetti opposti, facendo aumentare l'ansia. Talvolta questo effetto può essere tanto profondo che chi ne consuma si ritrova a sperimentare attacchi d'ansia o di panico. A titolo di comparazione, il kratom è noto per non aggravare l'ansia, ma soltanto ridurla.

Lo statuto legale del kratom ne rende l'acquisto e l'uso più sicuri rispetto alla marijuana in parecchie parti del mondo, anche se non dappertutto. Se la legalità costituisce per voi un problema, allora il kratom è fra le due l'opzione migliore. Tuttavia, man mano che la legalizzazione della marijuana medicinale e ricreativa continua a diffondersi, questa situazione potrebbe cambiare.

External Resources:
  1. https://www.who.int/medicines/access/controlled-substances/CannabidiolCriticalReview.pdf
  2. The Case for the Entourage Effect and Conventional Breeding of Clinical Cannabis: No “Strain,” No Gain https://www.ncbi.nlm.nih.gov
  3. Frontiers | Potential Clinical Benefits of CBD-Rich Cannabis Extracts Over Purified CBD in Treatment-Resistant Epilepsy: Observational Data Meta-analysis | Neurology https://www.frontiersin.org
  4. The case for medical marijuana in epilepsy - PubMed https://www.ncbi.nlm.nih.gov
  5. Effectiveness of Cannabidiol Oil for Pediatric Anxiety and Insomnia as Part of Posttraumatic Stress Disorder: A Case Report https://www.ncbi.nlm.nih.gov
  6. SAGE Journals: Your gateway to world-class journal research https://journals.sagepub.com
  7. Effectiveness of Cannabidiol Oil for Pediatric Anxiety and Insomnia as Part of Posttraumatic Stress Disorder: A Case Report https://www.ncbi.nlm.nih.gov
  8. Cannabidiol for the treatment of cannabis withdrawal syndrome: a case report - PubMed https://www.ncbi.nlm.nih.gov
  9. Preliminary assessment of the efficacy, tolerability and safety of a cannabis-based medicine (Sativex) in the treatment of pain caused by rheumatoid arthritis - PubMed https://www.ncbi.nlm.nih.gov
  10. Cannabidiol Counteracts Amphetamine-Induced Neuronal and Behavioral Sensitization of the Mesolimbic Dopamine Pathway through a Novel mTOR/p70S6 Kinase Signaling Pathway - PubMed https://www.ncbi.nlm.nih.gov
  11. Sativex: clinical efficacy and tolerability in the treatment of symptoms of multiple sclerosis and neuropathic pain - PubMed https://www.ncbi.nlm.nih.gov
  12. https://www.liebertpub.com/doi/full/10.1089/can.2021.0089
  13. Cannabidiol Oil for Decreasing Addictive Use of Marijuana: A Case Report https://www.ncbi.nlm.nih.gov
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Questo contenuto è solo per scopi didattici. Le informazioni fornite sono state tratte da fonti esterne.

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