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By Steven Voser


La cannabis è utilizzata a beneficio di corpo e mente da lungo tempo. I nostri antenati la invocavano per tutti i tipi di scopi olistici. Oggi, la cannabis è sotto attenta indagine per il suo potenziale terapeutico ed i ricercatori cercano di determinare se e come l’erba ed i suoi derivati possano essere sfruttati per ridurre gli effetti di numerose condizioni cliniche.

I malati di cancro sottoposti a chemioterapia hanno particolare interesse nel sapere se la cannabis può aiutarli ad affrontare gli effetti collaterali del loro trattamento. Questo non sorprende, poiché la chemio è nota per devastare il corpo.

Qui di seguito troverai una sintesi di tutto ciò che si conosce oggi sull’uso della cannabis associato alla chemioterapia.

Che cos’è la chemioterapia?

La chemioterapia è un trattamento medico che utilizza potenti sostanze chimiche per uccidere le cellule in rapida crescita nel corpo. Sebbene sia comunemente usata per trattare il cancro, può anche essere utilizzata contro malattie del midollo osseo e disturbi immunitari.

Esistono molti agenti chemioterapici diversi sul mercato e funzionano tutti interferendo con il naturale ciclo cellulare (il processo che le cellule attraversano per formarsi ed arrivare a completa maturità). Poiché i tumori sono costituiti da crescite anormali delle cellule, i farmaci chemioterapici possono aiutare a rallentare la crescita dei tumori ed inibire la loro metastasi (o diffusione) in una certa misura.

Il modo esatto in cui gli agenti chemioterapici interferiscono con il ciclo cellulare varia da un farmaco all’altro. Sebbene in questo articolo non possiamo esaminare in dettaglio tutti gli agenti chemioterapici, alcuni dei tipi più comuni di chemioterapici usati per trattare il cancro sono i seguenti:

  • Agenti alchilanti: Questi farmaci agiscono danneggiando il DNA di una cellula, inibendo così la sua capacità di riprodursi. Sfortunatamente, questi farmaci possono anche danneggiare il DNA di cellule sane. Quando danneggiano le cellule del midollo osseo, gli agenti alchilanti possono interrompere la capacità del corpo di produrre nuove cellule del sangue. Questo, in rari casi, può causare la leucemia. Gli agenti alchilanti sono comunemente usati per trattare il cancro ai polmoni, al seno e alle ovaie, il linfoma, la leucemia, il sarcoma ed altro ancora.
  • Nitrosuree: Le nitrosuree sono una classe speciale di agenti alchilanti che, a differenza dei farmaci menzionati in precedenza, possono raggiungere il cervello attraversando la barriera emato-encefalica. Questi farmaci sono quindi tipicamente usati per trattare vari tipi di tumori cerebrali.
Che cos’è la chemioterapia?
  • Antimetaboliti: Questi farmaci interferiscono con il ciclo cellulare agendo come sostituti dei normali “mattoni” di RNA e DNA. Come gli agenti alchilanti, gli antimetaboliti ostacolano la riproduzione delle cellule tumorali. Sono tipicamente usati per trattare la leucemia, il cancro al seno ed alle ovaie, nonché i tumori del tratto intestinale.
Che cos’è la chemioterapia?
  • Antibiotici antitumorali: Simili agli antimetaboliti ed agli agenti alchilanti, gli antibiotici antitumorali agiscono modificando il DNA all’interno delle cellule per impedire loro di crescere e riprodursi. Le antracicline, ad esempio, sono un tipo speciale di antibiotico antitumorale che inibisce l’attività degli enzimi coinvolti nella replicazione del DNA di una cellula. A dosi elevate, questi farmaci possono causare danni permanenti al cuore.
Che cos’è la chemioterapia?
  • Inibitori della topoisomerasi: Questi alcaloidi vegetali, come suggerisce il nome, agiscono inibendo le topoisomerasi, enzimi che aiutano a separare i filamenti del DNA cellulare, facilitando la loro riproduzione. Sono tipicamente usati per trattare la leucemia, così come i tumori polmonari, gastrointestinali, colon-rettali, pancreatici e ovarici.
Che cos’è la chemioterapia?
  • Inibitori mitotici: Questi farmaci inibiscono la scissione delle cellule, un processo noto come mitosi che svolge un ruolo fondamentale nella riproduzione di alcuni tipi di tumore.
Che cos’è la chemioterapia?
  • Corticosteroidi: Sebbene i corticosteroidi siano comunemente usati per trattare un’ampia varietà di sintomi e condizioni, possono anche essere usati nel trattamento del cancro, sia come agenti chemioterapici, sia per aiutare a prevenire nausea e vomito, effetti collaterali comuni a molti dei farmaci sopra menzionati.

Effetti Collaterali della Chemioterapia

Gli agenti chemioterapici sono sostanze chimiche molto potenti. Possono interferire con la crescita e la diffusione delle cellule tumorali, ma spesso interferiscono anche con il corretto funzionamento delle cellule sane. In tal modo creano numerosi effetti collaterali, tra i quali:

  • Nausea, vomito e perdita di appetito
  • Diarrea o costipazione
  • Stanchezza
  • Febbre e ulcere alla bocca
  • Dolore, sanguinamento e facile formazione di lividi

Questi effetti collaterali sono generalmente a breve termine e, nei casi migliori, possono essere trattati o gestiti in modo efficace. Tuttavia, a volte la chemioterapia può anche causare effetti collaterali a lungo termine o danni che non si manifestano fino a mesi dall’inizio o dalla fine del trattamento.

Alcuni degli effetti collaterali a lungo termine o ad insorgenza tardiva della chemioterapia includono:

  • Problemi cardiaci e renali
  • Infertilità
  • Danni ai tessuti cellulari, in particolare ai polmoni o al tessuto nervoso
  • Aumento del rischio di sviluppare il cancro in futuro

Interazione tra Cannabis e Chemioterapia

Anche se c’è ancora molto che non sappiamo sulla cannabis, su come influisce sul nostro corpo e su come potrebbe funzionare come medicinale, la ricerca è oggi in corso con lo scopo di determinare se l’erba possa avere un ruolo nel trattamento del cancro o come complemento alla chemioterapia tradizionale.

Prove aneddotiche suggeriscono che molti malati di cancro (specialmente quelli che vivono in aree in cui la cannabis è stata in una certa misura legalizzata) si rivolgono alla cannabis, sia come alternativa alle terapie tradizionali, sia per integrarle.

La pianta di cannabis è la fonte più importante di cannabinoidi vegetali. Questi composti condividono somiglianze strutturali e talvolta anche funzionali con i cannabinoidi prodotti naturalmente dal corpo umano, e possono quindi interagire con il sistema endocannabinoide umano (SEC).

Di conseguenza, i composti presenti nella cannabis possono avere un impatto sulla vasta gamma di processi fisiologici che normalmente sono regolati dal SEC, e potenzialmente indurre effetti utili ai pazienti con cancro e trattati con chemioterapia.

Interazione tra Cannabis e Chemioterapia
  • Nausea e Vomito

Molti pazienti chemioterapici riferiscono di usare la cannabis ed i suoi derivati per affrontare la nausea, il vomito e la perdita di appetito che sperimentano come risultato del loro trattamento. Inoltre, molti luoghi che hanno legalizzato la cannabis medica consentono ai medici di prescrivere la cannabis per affrontare questi sintomi, tra cui California, Colorado, Alaska, Argentina, Germania e numerosi altri. La Food and Drug Administration statunitense ha già approvato due farmaci cannabinoidi (dronabinol e nabilone) per il trattamento della nausea e del vomito indotti dalla chemioterapia.

E lentamente stiamo ottenendo un maggior numero di dati clinici che ci aiutano a capire meglio come la cannabis ed i suoi composti potrebbero influenzare la nausea ed il vomito in diversi contesti clinici. Nel 2001, ad esempio, il British Medical Journal ha pubblicato una revisione dettagliata[1] della letteratura investigativa sull’uso della cannabis terapeutica per il trattamento della nausea e del vomito indotti dalla chemioterapia.

Lo studio ha raccolto e confrontato i risultati di 30 diversi studi randomizzati condotti nel 2000 e nel 2001. Gli studi hanno misurato l’efficacia della cannabis come antiemetico a confronto dei placebo e degli antiemetici tradizionali comunemente prescritti ai pazienti sottoposti a chemioterapia.

  • Appetito

Oltre alla nausea ed al vomito associati alla chemioterapia, molti pazienti sperimentano anche una mancanza di appetito come effetto collaterale del loro trattamento. Dopotutto, facciamo tutti fatica a mangiare, od anche solo a pensare al cibo, quando abbiamo la nausea o siamo sull’orlo del vomito. Il modo in cui i singoli pazienti sperimentano la perdita di appetito a seguito della chemioterapia è molto personale, ma molti riferiscono di avere difficoltà a mangiare il giorno delle sessioni di chemioterapia, in particolare subito prima della sessione e per le ore successive.

Fortunatamente, molti pazienti che hanno la fortuna di avere accesso alla cannabis medica scoprono che può davvero stimolare l’appetito. E non è difficile capire perché: sperimentare un grave caso di “fame chimica” dopo aver fumato o ingerito cannabis è, dopo tutto, molto comune. Questo studio del 2019[2] pubblicato sul Journal of Psychopharmacology, ad esempio, ha esplorato i famigerati “munchies” (o fame chimica) e l’effetto della cannabis sull’appetito in numerosi contesti clinici.

Inoltre, alcuni paesi hanno persino approvato stimolanti dell’appetito a base di cannabis, incluso il dronabinol (sebbene alcuni scienziati, ricercatori e professionisti medici dubitino della sua efficacia[3] rispetto ad altre forme di cannabis).

Interazione tra Cannabis e Chemioterapia
  • Dolore

Molti pazienti affetti da cancro e sottoposti a chemioterapia provano dolore, sia a causa dei loro tumori, sia come effetto collaterale degli agenti chemioterapici prescritti. Questo dolore ha spesso effetti dannosi sulla qualità della vita di un paziente, e nel corso del tempo può influire anche sulla sua salute mentale.

Proprio come con la nausea ed il vomito, c’è una forte base di prove aneddotiche di pazienti con dolore che affermano come i cannabinoidi aiutino ad alleviare i loro sintomi. Per aiutare a capire meglio come la cannabis potrebbe influenzare il modo in cui sperimentiamo diversi tipi di dolore (incluso il dolore nocicettivo, neuropatico, acuto e cronico), un crescente volume di ricerche sta esaminando il modo in cui i cannabinoidi ed altri composti della cannabis potrebbero interagire con diversi canali del dolore nel nostro corpo.

Nel 2011, il National Cancer Institute degli Stati Uniti ha pubblicato il Cannabis and Cannabinoids PDQ[4], un libro regolarmente aggiornato rivolto sia ai malati di cancro che agli operatori sanitari. Il libro analizza le molte sfaccettature dei cannabinoidi: come funzionano, la ricerca che viene eseguita su di essi e cosa significa tutto questo per i malati di cancro e le loro équipe mediche. Il libro fa luce su alcuni degli studi condotti sui recettori dei cannabinoidi, sul sistema endocannabinoide e sul complesso ruolo che svolgono nel nostro provare e trattare il dolore.

Quali Sono i Rischi dell’Uso di Cannabis Durante la Chemioterapia?

La sicurezza è una preoccupazione fondamentale quando si usa qualsiasi tipo di sostanza, e la cannabis non fa eccezione. Fortunatamente, le ricerche condotte sulla cannabis dimostrano che è molto sicura, sia per uso ricreativo, sia medico.

Tutti i farmaci che troverai nella tua farmacia possono potenzialmente causare effetti collaterali. In questo articolo abbiamo in precedenza evidenziato alcuni degli effetti collaterali più comuni a breve e lungo termine dei farmaci chemioterapici, tra cui nausea, vomito, dolore, sanguinamento, febbre, problemi cardiaci ed altro.

Anche la cannabis può causare effetti collaterali, ma sono estremamente lievi rispetto a quelli degli agenti chemioterapici.

Il THC, ad esempio, può ovviamente causare uno “sballo” inebriante, che alcune persone non conoscono e potrebbero trovare sgradevole. In alcuni individui può anche provocare sensazioni di nervosismo o sonnolenza. Quest’ultima potrebbe non essere necessariamente un problema, a seconda delle esigenze individuali del paziente. Altri effetti collaterali del THC comprendono:

Altri problemi relativi alla sicurezza nell’uso della cannabis medica riguardano il fumo di fiori essiccati o di concentrati di cannabis, che espone chi li usa a molte delle stesse tossine presenti nel fumo di sigaretta. Fortunatamente, la crescente popolarità ed accessibilità dei vaporizzatori e delle tinture di cannabis evita ampiamente questo problema.

Infine, un’ultima preoccupazione per i malati di cancro in chemioterapia interessati all’uso di cannabis può essere la dipendenza e/o la tolleranza. Nel tempo, i consumatori di cannabis sviluppano una tolleranza verso alcuni cannabinoidi, in particolare il THC. In rari casi, i consumatori possono anche sviluppare una dipendenza dalla cannabis. Tieni però presente che la cannabis crea molta meno dipendenza degli oppioidi e di altri farmaci prescritti ai pazienti con dolore.

  • Posso Usare il CBD con la Chemioterapia?

Poiché il CBD non è inebriante, è molto più facile accedervi in varie parti del mondo. È infatti possibile acquistare prodotti di canapa con CBD in molti paesi, anche in quelli dove la cannabis con THC rimane illegale.

Proprio come con altri cannabinoidi, c’è ancora molto che non sappiamo sul CBD e sui suoi meccanismi d’azione nel corpo umano. È tuttavia ampiamente considerato un composto sicuro e non tossico[5], che non causa lo sballo associato al THC nemmeno a dosi molto elevate. Inoltre, gli studi suggeriscono che il CBD potrebbe essere in grado di fornire alcuni benefici dello stesso THC, diventando così un’ottima scelta per i pazienti che vivono in aree in cui i prodotti con THC sono illegali o di difficile accesso.

Come Usare la Cannabis Durante la Chemioterapia

Non esiste un unico modo per utilizzare la cannabis insieme alla chemioterapia. Se sei abbastanza fortunato da vivere in una zona in cui la cannabis è facilmente a tua disposizione, puoi presentare l’idea di usarla al tuo medico e lavorare con lui durante tutto il percorso. Sarà probabilmente in grado di fornirti tutte le informazioni di cui hai bisogno.

External Resources:
  1. Cannabinoids for control of chemotherapy induced nausea and vomiting: quantitative systematic review. https://www.researchgate.net
  2. Exploring the munchies: An online survey of users' experiences of cannabis effects on appetite and the development of a Cannabinoid Eating Experience Questionnaire - PubMed https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov
  3. What to Know About Dronabinol vs. Marijuana https://lakewoodmedicalclinic.com
  4. Cannabis and Cannabinoids (PDQ®) - PDQ Cancer Information Summaries - NCBI Bookshelf https://www.ncbi.nlm.nih.gov
  5. WHO Expert Committee on Drug Dependence Critical Review: Cannabidiol (CBD) https://www.who.int
Liberatoria:
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