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By Luke Sumpter


Il melanoma rappresenta la forma di tumore cutaneo più letale in assoluto. Ogni anno, centinaia di migliaia di persone ricevono una diagnosi di melanoma e si presume che tali cifre siano destinate ad aumentare. La chirurgia è in grado di rimuovere i melanomi individuati precocemente, ma, se trascurata, la malattia può diffondersi rapidamente fino ai linfonodi ed oltre.Oggi, gli esperti stanno esaminando il ruolo del sistema endocannabinoide nei confronti del cancro e diverse ricerche valutano gli effetti di THC e CBD su tale condizione.

Cos'è il melanoma?

Il melanoma è una delle più gravi forme di tumore cutaneo, una categoria che raggruppa diverse patologie. Il nome di ciascuna condizione si riferisce al tipo di cellule cutanee coinvolte. Di conseguenza, mentre il carcinoma basocellulare (BCC) ha origine nelle cellule basali della pelle, il melanoma si sviluppa nei melanociti, le cellule responsabili della produzione di melanina (il pigmento che rende la pelle più scura, in reazione all'esposizione ai raggi UV).

Pur essendo meno diffuso rispetto ad altri tipi di tumore della pelle, il melanoma è, purtroppo, il più letale. Inoltre, è il quinto tipo di tumore più comune nel Regno Unito, con oltre 8.000 nuovi casi ogni anno (tra questi, il 29% riguarda pazienti con età superiore ai 75 anni). Rispetto ad altre tipologie di cancro, il melanoma provoca il maggior numero di morti, ma, negli ultimi 40 anni, il tasso di sopravvivenza relativo a questa malattia è raddoppiato. Oggi, oltre l'87% dei pazienti affetti da melanoma sopravvive per i primi 10 anni od oltre.

Il melanoma offre una prognosi più benevola, rispetto ad altri tipi di cancro. Tuttavia, si prevede che, entro il 2035, i casi di melanoma aumenteranno del 7% solo nel Regno Unito. Tenendo in considerazione questa ipotesi, possiamo innanzitutto domandarci: quali sono le esatte cause del melanoma?

  • Cause del melanoma

Tutti i tipi di cancro hanno un'origine genetica. In circostanze normali, le cellule anomale, o danneggiate, vengono distrutte e sostituite con cellule sane. Tuttavia, nei casi di cancro, le cellule tumorali iniziano a dividersi, moltiplicarsi e, talvolta, diffondersi in altre parti del corpo (un processo chiamato metastasi). Alla base di ogni tumore c'è un'alterazione dei geni che controllano la divisione e la proliferazione cellulare. Alcune di queste variazioni sono ereditarie, mentre altre dipendono da specifici fattori ambientali o dallo stile di vita.

Quando si tratta di melanoma, il principale responsabile è il sole. Ma attenzione: i raggi solari sono fondamentali per la salute di ogni essere umano. L'esposizione ai raggi emessi da questa enorme sfera gassosa consente alle nostre cellule di sintetizzare la vitamina D, un ormone essenziale per attenuare l'infiammazione e ridurre la crescita delle cellule tumorali.

Ad ogni modo, i raggi solari contengono radiazioni ultraviolette (UV). Un'eccessiva esposizione ai raggi UV può danneggiare il DNA delle cellule cutanee. Di conseguenza, queste cellule potrebbero comportarsi in modo anomalo, iniziando a moltiplicarsi senza controllo, fino a generare un tumore cutaneo.

  • Fattori di rischio per il melanoma

Esistono diversi fattori che possono aumentare il rischio di sviluppare un melanoma, ad esempio:

Eccessiva esposizione ai raggi UV Precedenti casi di melanoma nel nucleo familiare
Presenza di nei sulla pelle Pelle e capelli di colore chiaro, lentiggini
Insorgenza di un altro cancro della pelle in passato Anzianità
Sesso maschile Sistema immunitario compromesso
  • Sintomi del melanoma

Visivamente, il melanoma è molto simile ad un normale neo. Tuttavia, alcune determinate caratteristiche consentono agli specialisti di distinguerli dai nei benigni. Nello specifico, il melanoma:

  • Tende a crescere progressivamente
  • Cambia forma e colore
  • Provoca prurito ed infiammazione
  • Può sanguinare o sviluppare una crosta
  • È asimmetrico, con bordi frastagliati
Sintomi del melanoma

Attuali trattamenti contro il melanoma

I trattamenti disponibili per il melanoma possono variare, in base alla gravità della patologia. Nel 1° e 2° stadio, la crescita tumorale è ancora circoscritta. In questi casi, la terapia convenzionale prevede un intervento chirurgico, effettuato in anestesia locale, per rimuovere le cellule anomale.

In un melanoma al 3° stadio, le cellule tumorali hanno ormai raggiunto i linfonodi. A questo punto, verrà eseguito un intervento chirurgico in anestesia generale, per dissezionare il linfonodo. Tuttavia, questa procedura può causare complicazioni al sistema linfatico e favorire l'accumulo di fluidi negli arti.

Una breve nota su cannabis e cancro della pelle

Dunque, che ruolo può svolgere la cannabis in caso di tumore della pelle? Sebbene molti pazienti decidano di seguire le terapie tradizionali, altri scelgono trattamenti alternativi. Considerando la popolarità del CBD, in rete è possibile trovare tantissimi articoli scientifici riguardo CBD e tumori della pelle. Tuttavia, nonostante le innumerevoli testimonianze aneddotiche online, i dati scientifici al riguardo sono ancora molto limitati.

Non esiste alcuno studio su esseri umani, riguardo gli eventuali effetti di CBD o olio di cannabis sui tumori della pelle. In generale, sono state svolte pochissime ricerche relative all'influsso della cannabis sulle malattie umane. Queste indagini sono state ostacolate dai decenni di proibizionismo e dall'attuale illegalità della cannabis in diverse nazioni.

Ad ogni modo, le restrizioni non hanno impedito agli scienziati di testare i cannabinoidi su cellule cutanee tumorali e cavie animali. Le prime analisi offrono indizi su ciò che potrebbe emergere da eventuali studi su soggetti umani. Nei paragrafi successivi, esamineremo dettagliatamente ogni ricerca. Ma, prima di tutto, scopriamo come agiscono i cannabinoidi all'interno del corpo umano.

  • Cancro e sistema endocannabinoide

Probabilmente, quasi tutti avranno ormai sentito parlare del sistema endocannabinoide (SEC). Questa rete è diffusa in tutto il corpo umano e può essere considerata una sorta di regolatore universale, capace di mantenere ogni apparato fisiologico in perfetto equilibrio (ovvero in stato di omeostasi). Gli scienziati hanno scoperto il SEC proprio grazie alla cannabis. Stavano infatti analizzando il modo in cui le molecole della marijuana, nello specifico i cannabinoidi come il THC, influenzano l'organismo umano. Alla fine, hanno individuato un'ampia rete di recettori, molecole di segnalazione ed enzimi in molte aree dell'organismo, dal cervello alle ossa, dal sistema immunitario all'apparato digerente.

I cannabinoidi non sono presenti esclusivamente nella pianta di cannabis, anche il corpo umano produce autonomamente degli endocannabinoidi (“endo” significa “interno”). All'occorrenza, gli enzimi del SEC producono o scompongono gli endocannabinoidi e queste molecole di segnalazione si legano ai recettori del SEC per produrre mutazioni all'interno di varie cellule.

Inizialmente, gli scienziati scoprirono due recettori del SEC: CB1 e CB2. Dopodiché, le successive indagini consentirono di ampliare il cosiddetto “endocannabinoidoma”, un vasto sistema composto da miriadi di recettori, enzimi e molecole di segnalazione.

Alcuni cannabinoidi, come il THC, esibiscono una struttura analoga a quella degli endocannabinoidi prodotti autonomamente dal corpo umano. Di conseguenza, sono in grado di legarsi agli stessi recettori e possono influenzare il sistema che regola gli altri meccanismi fisiologici.

Dal momento che i componenti del SEC sono presenti in tutto l'organismo, gli esperti hanno deciso di valutare l'influsso di questo sistema su condizioni come il cancro. Grazie a questa intuizione, i ricercatori hanno scoperto che il SEC svolge un ruolo importante nella carcinogenesi (l'acquisizione di tratti anomali da parte delle cellule sane) e nell'inibizione della crescita tumorale. Basandosi su questi risultati, alcuni scienziati hanno iniziato a considerare i recettori del SEC come potenziali target terapeutici nella lotta contro il cancro.

È interessante notare come il SEC svolga una funzione fondamentale nella fisiologia della cute. Esso contribuisce a regolare proliferazione, crescita, differenziazione, apoptosi (morte cellulare programmata) e produzione di ormoni. La presenza del SEC nella pelle e il suo potenziale ruolo di target terapeutico hanno incoraggiato i ricercatori a studiare i cannabinoidi sui modelli di cancro della pelle.

Cancro e sistema endocannabinoide

Cosa dice la scienza riguardo cannabinoidi e melanoma?

Nei casi di melanoma, il ruolo dei cannabinoidi rimane incerto. Di seguito, elenchiamo i dati disponibili riguardanti l'influsso di THC e CBD sulla malattia.

  • THC e melanoma

Ormai, tutti conoscono il THC. Si tratta del principale cannabinoide psicoattivo della cannabis, capace di generare lo sballo. Per produrre questi effetti tanto apprezzati, la molecola si lega direttamente ai recettori CB1. Tuttavia, il THC si lega anche ad altri recettori del SEC, incluso il CB2.

Gli scienziati hanno analizzato l'impatto del THC sulle cellule del melanoma, concentrandosi soprattutto sull'autofagia, il processo tramite il quale le cellule danneggiate divorano se stesse. Uno studio, pubblicato sul Journal of Investigative Dermatology, ha esaminato l'effetto del THC sulle cellule di melanoma e i ricercatori hanno valutato diversi parametri, tra cui l'attivazione dell'autofagia, la ridotta sopravvivenza delle cellule e l'attivazione dell'apoptosi.

Ulteriori indagini hanno evidenziato la presenza di recettori CB1 e CB2 nelle cellule del melanoma. Ciò ha indotto gli scienziati a somministrare THC ai ratti affetti dalla patologia. L'obiettivo era quello di misurare un'eventuale riduzione del tumore, promossa dal cannabinoide. Gli esperti hanno somministrato il THC anche alle cavie prive di recettori cannabinoidi, per confrontare i diversi esiti.

  • CBD e melanoma

Rispetto al THC, il CBD influenza il SEC in modo differente. Esibisce infatti una scarsa affinità nei confronti dei recettori CB1 e CB2, ma può legarsi al cosiddetto TRPV1, un terzo potenziale recettore cannabinoide. Inoltre, il CBD interferisce con gli enzimi del SEC e, nello specifico, con l'enzima FAAH (amide idrolasi degli acidi grassi), capace di scomporre gli endocannabinoidi.

Il CBD è il secondo cannabinoide più abbondante nella cannabis, pertanto i ricercatori hanno deciso di esaminare l'influsso di questa molecola sul melanoma. Un'indagine svolta nel 2021 e pubblicata sul Journal of Immunoassay and Immunochemistry ha analizzato gli effetti dell'olio di CBD al 99% in quattro diverse concentrazioni, su cellule di melanoma nei ratti. Gli autori dell'esperimento intendevano valutare l'eventuale azione inibitoria del CBD sulla crescita del melanoma.

Un'altra ricerca, effettuata nel 2021, ha testato diverse formulazioni contenenti CBD sulle cellule di melanoma. Gli esperti hanno somministrato l'olio di CBD Charlotte’s Web ad alcune cellule e CBD purificato ad altre. Nel corso dello studio, hanno misurato gli effetti sull'invasione e sulla migrazione cellulare.

La storia di Rick Simpson

Molte persone hanno iniziato a mostrare interesse nei confronti di cannabis e cancro della pelle dopo aver sentito parlare di Rick Simpson. Avendo ricevuto una diagnosi di carcinoma basocellulare, questo canadese di fama ormai mondiale decise di applicare sulla sua pelle l'olio di Rick Simpson (RSO), un potente estratto di cannabis grezzo. Il film “Run From the Cure” documenta per intero la sua storia. L'RSO ha ormai acquisito un'enorme popolarità e migliaia di persone hanno utilizzato questa formula, condividendo la loro esperienza in rete.

Gli studi su marijuana e melanoma sono ancora in fase embrionale

Purtroppo, gli studi su esseri umani sono ancora limitati ed è quindi prematuro determinare l'impatto della cannabis su melanoma e cancro della pelle in generale. Ad ogni modo, i primi risultati relativi al ruolo del SEC nei casi di cancro e la somministrazione di cannabinoidi a cellule e cavie animali incoraggiano lo svolgimento di indagini più approfondite. L'utilizzo della cannabis nel trattamento di gran parte delle patologie umane resta ancora in questo stadio embrionale. Tuttavia, la situazione potrebbe evolvere grazie alla progressiva legalizzazione e al crescente interesse economico nei confronti della cannabis.

In ogni caso, prima di utilizzare la cannabis per qualsiasi condizione medica, si raccomanda di consultare un medico specializzato.

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