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By RQS Editorial Team Reviewed by: Miguel Ángel Garcia

Coltivare dell'ottima cannabis non è molto difficile—almeno in teoria. È sufficiente acquistare dei semi di cannabis di alta qualità, un buon terriccio, dei recipienti adeguati e si è pronti per iniziare. Tuttavia, per ottenere delle cime deliziose occorre tenere in considerazione un elemento essenziale: la luce—tanta luce. La cannabis infatti ha bisogno di molta più luce rispetto alle altre piante, ed offre prestazioni ottimali solo se l'illuminazione è abbondante e costante. Pertanto, non si può certo risparmiare sull'acquisto di un impianto di illuminazione.

In passato, i coltivatori di cannabis utilizzavano principalmente luci allo xeno (HID)—le MH (a ioduri metallici) servivano per la fase vegetativa, mentre le HPS (al sodio ad alta pressione) per la fioritura. Le lampade HID sono ancora in commercio e vengono usate con successo da coltivatori domestici e a scopo commerciale. Detto questo, le luci LED stanno progressivamente conquistando le grow room di tutto il mondo. Come mai? Rispetto alle HID, le luci LED offrono degli interessanti vantaggi: consumano (molta) meno elettricità, permettono di risparmiare denaro nel lungo periodo e hanno un minor impatto sull'ambiente. Inoltre, emettono meno calore e questo è un enorme punto a favore, soprattutto negli ambienti di coltivazione più ristretti. La tecnologia LED oggi è ampiamente diffusa, e i prezzi sono decisamente più abbordabili. Quindi, anche i coltivatori domestici hanno la possibilità di trarre beneficio da questo sistema di illuminazione unico e potente.

Comunque, anche con le luci LED più sofisticate, i coltivatori meno esperti possono commettere degli errori. Analizziamo alcuni degli sbagli più comuni da evitare quando si coltiva cannabis con le luci LED.


1. Sistemare Le Luci LED Ad Una Distanza Errata

Questo probabilmente è l'errore più comune commesso dai coltivatori che utilizzano i LED per la prima volta. Le luci HID emettono molto calore e chi non ha molta esperienza potrebbe usare con eccessiva cautela anche i LED, sistemandoli troppo lontano dalle piante. Viceversa, chi conosce i vantaggi dei LED, potrebbe impulsivamente installare le lampade molto vicine. Se le luci LED sono posizionate troppo lontano, è probabile che la pianta cresca eccessivamente in verticale nel tentativo di raggiungere la fonte luminosa. Invece, i LED troppo vicini possono causare stress alla pianta di cannabis, provocando bruciature e scolorimento delle foglie e delle cime.

Quindi, qual è la distanza ideale tra le lampade e le chiome delle piante? Purtroppo non esiste uno standard adatto a qualsiasi circostanza. La distanza ideale nella fase vegetativa e di fioritura dipende dal tipo di LED utilizzato. Ciascun modello è leggermente diverso dagli altri e andrebbe collocato ad una specifica distanza. Come prima cosa è preferibile consultare il manuale di istruzioni allegato e cercare informazioni sulla distanza raccomandata. Se non riuscite a trovarle, provate a visitare il sito della casa produttrice. Se, per qualsiasi motivo, non riuscite a trovare nessuna informazione, potete iniziare a testare i vostri LED posizionandoli ad una distanza di 30–45cm dalla chioma (a circa 45cm durante la fase vegetativa e un po' più vicino quando le piante iniziano a fiorire).

L'opzione migliore consiste nell'acquistare uno spettroradiometro di buona qualità. A parte questo, potete contattare un professionista che possa misurare la quantità e la qualità delle luci con i propri strumenti. Dopo aver acquisito i dati necessari, avrete a disposizione tutte le informazioni corrette da utilizzare per l'intera durata degli apparecchi.

Uso Delle Luci LED Per Coltivare la Cannabis: 6 Errori da Evitare

2. Innaffiature Eccessive De Le Vostre Piante Di Cannabis

Le lampade HID emettono molto più calore rispetto ai LED, quindi con questo tipo di illuminazione il terreno tende ad asciugarsi più velocemente. Quando i coltivatori passano alle luci LED, tendono a dimenticare questo particolare. Con i LED l'emissione di calore è molto ridotta, quindi le piante avranno bisogno di meno acqua. Ricordate dunque di modificare il vostro schema di irrigazione quando usate i LED, soprattutto se è la prima volta che usate questo tipo di lampade. Le irrigazioni in eccesso sono uno degli errori più frequenti commessi dai principianti e possono favorire la diffusione di parassiti e malattie nella piantagione. È quindi fondamentale tenere d'occhio questo fattore. In caso di dubbi, lasciate asciugare il terreno completamente—e poi procedete all'irrigazione.

3. Scegliere Il Tipo Di LED Sbagliato

Quasi tutte le luci LED da coltivazione oggi in commercio sono lampade a “spettro completo”. Questo termine indica che possono essere utilizzate sia per la fase vegetativa che per quella di fioritura. Esistono però anche dei modelli dotati di interruttore, che permettono di variare lo spettro luminoso in base alla fase di crescita. Inoltre, alcuni LED sono progettati appositamente per la fase vegetativa—emettono una luce bluastra che favorisce lo sviluppo rapido e vigoroso delle piante. I LED per la fase di fioritura generano una luce più rossa, che supporta la crescita delle cime. Pertanto, prima di acquistare una luce LED, assicuratevi di scegliere il tipo giusto. Per la maggior parte dei coltivatori, i LED a spettro completo rappresentano la soluzione migliore.

Uso Delle Luci LED Per Coltivare la Cannabis: 6 Errori da Evitare

4. Scegliere Luci LED Di Bassa Qualità

Uno degli svantaggi delle luci LED rispetto alle luci HID, è che i LED di buona qualità sono decisamente più costosi. Non tutti hanno la possibilità di acquistare LED a spettro completo di alta qualità e molti cercano delle alternative più economiche per trarre vantaggio da questa tecnologia senza spendere troppo. Il problema è che su internet è possibile trovare tonnellate di LED a buon mercato—ma chi produce queste lampade non bada alla qualità. Queste luci LED a basso costo sono spesso assemblate all'estero e dichiarano di emettere molta più luce di quanta siano realmente in grado di generare. Alcune di queste lampade sono appena sufficienti per illuminare una sola pianta. I LED di bassa qualità possono anche essere pericolosi da usare se il Paese in cui sono stati prodotti non rispetta rigidi standard sulla sicurezza elettrica.

Infine, in caso di problemi con un LED economico acquistato all'estero, sarà molto difficile usufruire della garanzia o effettuare un reso. Dal momento che l'illuminazione è l'elemento più importante quando si coltiva cannabis indoor, non è affatto saggio risparmiare sulle lampade. Investite il vostro denaro in luci LED di qualità e le vostre piante ve ne saranno grate. Inoltre, i LED di buona qualità consumano meno rispetto alle lampade HID, quindi potrete risparmiare sulla bolletta dell'energia elettrica!

5. Fornire Alle Piante Di Cannabis Una Luce Insufficiente

Molti produttori di LED economici e di scarsa qualità confondono intenzionalmente i coltivatori con numeri e specifiche tecniche relative al wattaggio. In realtà, nelle luci LED il wattaggio non fornisce informazioni sulla quantità di luce emessa, ma indica piuttosto l'energia richiesta per produrre la luce. Invece, stiamo misurando in micromoli/m² (PFD, Densità di Flusso Fotonico, ovvero la quantità di fotoni che colpiscono un'area (m²) della nostra piantagione nell'arco di un secondo). Quindi, indipendentemente dal wattaggio, la luce potrebbe diffondersi in modo non uniforme e/o non penetrare adeguatamente tra i rami della pianta. In sostanza, non fatevi fuorviare da informazioni errate e acquistate sempre da fornitori affidabili.

Fornire alle piante una illuminazione adeguata può diventare difficile quando si coltiva più di un esemplare. Ad esempio, una singola lampada LED da 300W può bastare per una o due piante, ma non sarà sufficiente per uno spazio più ampio, con numerosi esemplari. Seguite le raccomandazioni del venditore e/o del produttore di LED per capire la quantità di luce necessaria nel vostro spazio di coltivazione. Se volete maggiori informazioni sull'utilizzo di un particolare tipo di LED, potete anche consultare recensioni online o forum di giardinaggio.

Uso Delle Luci LED Per Coltivare la Cannabis: 6 Errori da Evitare

6. Seguire Uno Schema Di Illuminazione Inadeguato

Nei negozi di semi di cannabis più affidabili potete acquistare semi di cannabis autofiorenti e semi di cannabis fotoperiodici femminizzati. Le varietà autofiorenti sono piuttosto semplici da gestire, soprattutto a livello di illuminazione. Potete esporle a 18–24 ore di luce al giorno dalla semina fino al momento del raccolto. Le piante fioriranno automaticamente dopo qualche settimana e ciò le rende molto vantaggiose.

I ceppi femminizzati (fotoperiodici), invece, vengono coltivati solitamente con uno schema che prevede 18–24 ore di luce durante la fase vegetativa, e 12 ore di luce/12 ore di oscurità nella fase di fioritura. Ciò non rappresenta un problema, poiché i coltivatori possono installare dei timer sull'impianto di illuminazione. Per i principianti, invece, può essere difficile impostare i vari cicli di illuminazione e modificare gli spettri luminosi, soprattutto se non utilizzano lampade a spettro completo. Di certo anche i meno esperti possono imparare facilmente a gestire l'illuminazione nella propria grow room, ma talvolta le nuove tecnologie LED possono indurre in errore. In tal caso, potreste chiedervi perché le vostre piante hanno raggiunto dimensioni colossali, senza però produrre nessuna cima!

Lighting for F1

Provate Le Luci Led—con La Dovuta Attenzione

Per altri consigli sulla coltivazione con luci LED, consultate il nostro articolo su come sfruttare al meglio le luci LED. Per finire ricordate che, anche con il sistema LED più avanzato, la vostra ganja non crescerà magicamente. Dovrete fornire alle vostre piante l'acqua e le sostanze nutritive necessarie, un buon substrato e tutto ciò di cui hanno bisogno. Con un po' di pazienza, amorevoli cure e potenti LED, le vostre piante riusciranno a produrre cime corpose e squisite!

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