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Cannabis Terapeutica: 10 Pro e Contro della Cannabis Medica
La cannabis è una pianta potente con molte potenzialità terapeutiche. Purtroppo, la nostra comprensione di questa antica pianta è ancora molto limitata, e questo significa che siamo ancora lontani dal vedere quel potenziale sfruttato al massimo. Ecco 10 vantaggi e svantaggi della cannabis medica come la conosciamo oggi.
La cannabis sta cambiando il modo in cui vediamo le malattie e i loro trattamenti. Ma fino a che punto arrivano i benefici della cannabis terapeutica e quali potenziali svantaggi ci sono nell'uso della cannabis per curare le malattie?
Indice:
I BENEFICI DELLA CANNABIS TERAPEUTICA
L'idea della cannabis come sostanza medicinale riscontra sempre più sostegno, ma non si sono ancora tratte conclusioni sull'intera portata dell'efficacia medicinale di questa pianta. Qui di seguito, discutiamo alcuni dei potenziali benefici della cannabis medica.
1. La cannabis è una pianta naturale e versatile con diverse composizioni ed opzioni di somministrazione
Il primo grande vantaggio della cannabis terapeutica è che puoi coltivarla a casa. La cannabis può crescere in sei dei sette continenti e le prove antropologiche suggeriscono che potrebbe essere una delle cultivar più antiche dell’umanità.
La cannabis è anche una pianta versatile e i suoi componenti chimici possono essere estratti e concentrati in varie forme, creando un vasto assortimento di modi di somministrazione. I ricercatori stanno esplorando quali cannabinoidi, terpeni ed altri composti della pianta di cannabis possano essere usati da soli o insieme a beneficio dei pazienti.
2. LA CANNABIS È USATA IN MEDICINA DA MIGLIAIA DI ANNI
I documenti storici suggeriscono che gli esseri umani coltivano la cannabis da migliaia di anni, utilizzando la pianta per scopi industriali e come parte della medicina tradizionale indiana e cinese. La Pen Ts’ao, pubblicata nel 1500 e ritenuta una delle più antiche farmacopee del mondo, raccomanda la cannabis[1] per dolore, costipazione, malaria ed altro ancora.
3. CANNABIS, INFIAMMAZIONE E DOLORE
Il dolore e l’infiammazione sono entrambi segni e sintomi di un’ampia varietà di patologie. Studi recenti suggeriscono che l’infiammazione cronica potrebbe risultare rilevante per lo sviluppo di malattie coronariche, diabete, cancro e persino Alzheimer. In un articolo intitolato “Inflammation: A Unifying Theory of Disease”[2], la Harvard Medical School definisce l'infiammazione cronica come “il fattore causale comune in molte malattie”.
Molti dei composti presenti nella cannabis, inclusi cannabinoidi come THC e CBD[3], ma anche terpeni come mircene, limonene, linalolo ed altri, hanno dimostrato proprietà antinfiammatorie[4]. Da quando è stato scoperto il ruolo chiave del sistema endocannabinoide[5] nell’infiammazione, numerosi ricercatori si sono concentrati sulla capacità della cannabis di ridurre le infiammazioni causate dalla colite ulcerosa[6] o dalla malattia di Alzheimer, oltre alla sua potenziale efficacia per i pazienti affetti da pancreatite[7].
4. CANNABIS E PAZIENTI CON DISORDINI POST-TRAUMATICI
Secondo Recovery Village[8], 1 adulto su 13 svilupperà disordini psichici in risposta ad un evento traumatico. Molti di questi pazienti possono rivolgersi alla cannabis per affrontare i sintomi associati a questa condizione.
Sfortunatamente, la maggior parte delle prove relative all'uso di cannabis tra i pazienti con disordini post-traumatici proviene da rapporti aneddotici piuttosto che da studi clinici controllati. Esistono però alcune ricerche che suggeriscono come i pazienti con disordini post-traumatici abbiano sia abbondanza di recettori dei cannabinoidi[9], sia livelli di endocannabinoidi[10] ridotti nel sistema circolatorio.
La ricerca mostra anche che il sistema endocannabinoide è fortemente coinvolto nella gestione di memoria e processi di apprendimento[11], nonché di ansia, memoria della paura ed abitudine[12] (un declino nella risposta a uno stimolo dopo un'esposizione ripetuta). Uno studio[13] ha rilevato che alcuni pazienti con disordini post-traumatici che utilizzavano cannabis presentavano un rischio ridotto di episodi depressivi o pensieri suicidi.
5. CANNABIS E CONVULSIONI
Il CBD ha fatto notizia per la prima volta nel 2011, quando la storia della defunta Charlotte Figi ha toccato il cuore delle persone in tutto il mondo. Oggi esiste una solida ricerca[14] che indica come il CBD, un composto non inebriante presente nella cannabis e nella canapa, possa aiutare a ridurre le convulsioni associate alle sindromi di Lennox-Gastaut e Dravet.
Si ritiene che le convulsioni siano innescate da un’attivazione anomala dei neuroni. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, nelle persone con epilessia non si rileva una causa certa per la loro condizione. Il sistema endocannabinoide è presente nel sistema nervoso centrale e in parti del cervello correlate ad alcuni tipi di epilessia. Gli studi[15] hanno anche scoperto che CBD, THC e THCA, oltre a terpeni come il linalolo, esercitano effetti anticonvulsivi.
Sebbene non esista ancora una chiara comprensione su come i composti della cannabis combattano le convulsioni, ricerche come questa stanno iniziando ad offrire almeno alcune teorie.
6. CANNABIS, NAUSEA E VOMITO
Sono collegati a molte condizioni diverse, da quelle più lievi come la gastroenterite fino a problemi di salute più gravi come tumori del tratto digestivo, malattie del sistema nervoso centrale ed altro ancora.
I ricercatori stanno oggi testando diversi composti presenti nella cannabis, inclusi cannabinoidi e terpeni, in studi su nausea e vomito. Le indagini mirano a scoprire se le interazioni della molecola con i recettori della serotonina e gli enzimi del SEC abbiano qualche effetto su questi sintomi.
7. CANNABIS, DEPRESSIONE E ANSIA
La cannabis può anche avere un effetto sull’umore. Per questo motivo, molte persone la apprezzano per scopi ricreativi perché facilità il rilassamento, la felicità e persino l’euforia. Allo stesso tempo, alcuni individui si sentono paranoici o ansiosi quando usano la cannabis. Questo rende difficile giungere a conclusioni concrete su come la cannabis potrebbe influenzare le persone con ansia e depressione. Esistono però delle ricerche che suggeriscono un legame tra cannabis e queste condizioni.
La ricerca scientifica mostra che l'attività endocannabinoide influenza l'umore, le sensazioni di ansia o paura e lo stress. Alcuni ricercatori[16] si sono persino spinti a suggerire che uno squilibrio degli endocannabinoidi potrebbe contribuire alla depressione clinica. Sfortunatamente, questo è tutto ciò che sappiamo su cannabis e depressione, mentre la maggior parte del supporto alla cannabis come antidepressivo proviene ancora solamente dalle segnalazioni dei pazienti.
GLI SVANTAGGI DELLA CANNABIS TERAPEUTICA
La cannabis ha un grande potenziale come medicina, ma ha anche alcuni limiti di cui è bene essere consapevoli.
8. C'È ANCORA MOLTO CHE NON SAPPIAMO SULLA CANNABIS TERAPEUTICA
Sfortunatamente, gli ultimi 70 anni di proibizionismo ci hanno fatto pochi favori nel tentativo di capire la cannabis. Sebbene ci siano molte ricerche promettenti sul suo potenziale medico, molte di queste provengono da studi di laboratorio su colture di cellule o animali piuttosto che da studi clinici randomizzati in doppio cieco e controllati con placebo. Questa mancanza di comprensione della cannabis e dei suoi meccanismi d'azione è probabilmente una delle più grandi complicazioni della cannabis medica.
9. ACCESSO LIMITATO
Anche se i nostri atteggiamenti nei confronti della cannabis stanno cambiando, è ancora lontana dall'essere facilmente disponibile come medicina. La cannabis medica è legale solo in circa 30 paesi, mentre alcune nazioni sono molto meno liberali rispetto ad altre per quanto riguarda le prescrizioni mediche. Negli Stati Uniti, ad esempio, le leggi sulla cannabis medica variano notevolmente da uno Stato all’altro, così come gli elenchi delle condizioni per le quali si autorizza il trattamento con la cannabis.
10. IL THC NON È PER TUTTI
Molte persone lo considerano semplicemente come il composto dell'erba che “ti fa sballare”, ma c'è molto di più oltre agli effetti psicoattivi del THC. Sfortunatamente, il fatto che il THC produca quel tipico effetto è una limitazione in sé. Alcune persone semplicemente non apprezzano gli effetti del THC, mentre altre trovano che le renda paranoiche o ansiose.
Allo stesso modo, alcune patologie che sono state storicamente trattate o gestite con il THC, come il glaucoma, richiedono dosi giornaliere costanti che lascerebbero i pazienti storditi per la maggior parte della giornata, il che potrebbe non essere accettabile per tutte le persone. Per questo motivo, il CBD ha guadagnato popolarità nella ricerca scientifica ed anche tra molti consumatori quotidiani di cannabis. La sua natura non inebriante e la sua ampia disponibilità lo rendono un candidato molto interessante per lo studio.
IL POTENZIALE E I LIMITI DELLA CANNABIS TERAPEUTICA
Come abbiamo visto in questo post, ci sono molte ragioni per essere felici della promessa medicinale della cannabis e dei suoi componenti. Sfortunatamente, esistono ancora dei freni ad una piena comprensione del valore medico di questa antica pianta. La nostra conoscenza è in aumento, e speriamo quindi di trovare nuovi modi di usare e manipolare la cannabis a beneficio del corpo e della mente.
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External Resources:
- History of cannabis as a medicine: a review https://www.scielo.br
- Understanding acute and chronic inflammation - Harvard Health https://www.health.harvard.edu
- Cannabinoids as Novel Anti-Inflammatory Drugs - PubMed https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov
- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/article s/PMC8414653/
- The endocannabinoid system: an emerging key player in inflammation - Search Results - PubMed https://www.ncbi.nlm.nih.gov
- Cannabidiol Reduces Intestinal Inflammation Through the Control of Neuroimmune Axis - PubMed https://www.ncbi.nlm.nih.gov
- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/22850623/
- PTSD Facts and Statistics | The Recovery Village https://www.therecoveryvillage.com
- Elevated brain cannabinoid CB 1 receptor availability in post-traumatic stress disorder: a positron emission tomography study | Molecular Psychiatry https://www.nature.com
- Reductions in circulating endocannabinoid levels in individuals with post-traumatic stress disorder following exposure to the world trade center attacks - ScienceDirect https://www.sciencedirect.com
- Endocannabinoid System: the Direct and Indirect Involvement in the Memory and Learning Processes—a Short Review https://www.ncbi.nlm.nih.gov
- The endocannabinoid system in anxiety, fear memory and habituation https://www.ncbi.nlm.nih.gov
- SAGE Journals: Your gateway to world-class journal research https://journals.sagepub.com
- Cannabidiol: A New Hope for Patients With Dravet or Lennox-Gastaut Syndromes - PubMed https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov
- Cannabis Therapeutics and the Future of Neurology https://www.ncbi.nlm.nih.gov
- Role of Endocannabinoid Signaling in Anxiety and Depression https://www.ncbi.nlm.nih.gov
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