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Davvero il Cannabidiolo (CBD) Non È Psicoattivo?
Molti consumatori di cannabis sanno che il CBD è il principale cannabinoide non psicoattivo, ma questo è confermato dalla scienza? Continua a leggere per scoprire se il CBD è veramente non psicoattivo.
Se sei un appassionato utilizzatore di cannabis, probabilmente conosci i due cannabinoidi più noti, il tetraidrocannabinolo, semplicemente conosciuto come THC e il cannabidiolo, noto anche come CBD. Probabilmente sai anche il primo è psicoattivo, ed è quindi il principale responsabile dello “sballo” che molti consumatori di cannabis conoscono e amano. Il CBD è invece ritenuto non psicoattivo, anche da una revisione completa da parte della Organizzazione Mondiale della Sanità[1] (OMS).
Per decenni, coltivatori e breeder hanno prodotto varietà con l'obiettivo di un contenuto di THC sempre più elevato. E in effetti ora ci sono ceppi che presentano livelli di THC oltre il 30%, molto lontano dal 5% di THC della maggior parte dei ceppi di altri tempi. Oggi i breeder si stanno però impegnando a fondo anche nella selezione di varietà ricche di CBD per usi sia ricreativi che terapeutici.
Ma la domanda rimane: il CBD ha zero effetti sul cervello e sulla psiche umani? Cerchiamo di approfondire un po’ questo argomento e di esplorare cosa significa dire che un cannabinoide è psicoattivo.
CANNABINOIDI E PSICOATTIVITÀ
Potresti chiederti perché il THC può farti sentire alterato mentre il CBD non può. La risposta sta nel modo in cui questi due cannabinoidi interagiscono con i recettori CB1, che sono principalmente concentrati nel cervello e nel sistema nervoso centrale. Il CB1, così come il CB2, è un recettore endogeno del sistema endocannabinoide (SEC). In poche parole, il THC si combina ai recettori CB1 come una chiave in una serratura, ma il CBD non sembra mostrare la stessa caratteristica secondo una ricerca[2] pubblicata sul _British Journal of Pharmacology_.
Le molecole di THC sono modellate proprio per legarsi ai recettori CB1 e, una volta connesse, stimolano immediatamente questi recettori. In particolare, il THC imita parzialmente l'anandamide, che è comunemente nota come “la molecola della beatitudine”. L'anandamide è un endocannabinoide e un neurotrasmettitore che viene prodotto naturalmente nel cervello. Si ritiene che l'anandamide influenzi molte cose: dall'appetito alla memoria, fino all'inibizione della proliferazione delle cellule tumorali al seno.
Il CBD è considerato un “antagonista” dei recettori CB1. Sono necessarie ulteriori ricerche per determinare esattamente come funzioni questo meccanismo, ma dei ricercatori canadesi[3] hanno proposto il CBD come modulatore allosterico negativo del recettore CB1, agendo principalmente tramite l’inibizione della possibilità del THC di attivare questi recettori, e quindi minimizzandone gli effetti psicoattivi. In sostanza, il CBD limita il “massimale” di psicoattività del THC, motivo per cui si dice spesso che le varietà con CBD e THC offrano il meglio di entrambi i mondi per il consumatore medio.
LO “SBALLO” DEL CBD?
Il CBD potrebbe non avere tratti psicoattivi di per sé, ma può comunque influenzare il nostro cervello, sebbene in modo diverso dal THC. Le stesse ricerche che hanno dimostrato come il THC si leghi principalmente ai recettori CB1, hanno anche evidenziato che il CBD si lega maggiormente ai recettori CB2. Questi si trovano negli organi periferici e nella pelle, in particolare nelle cellule collegate al sistema immunitario.
Una ricerca condotta nel 2011 presso l’Università di San Paolo in Brasile studiò l’impatto del CBD[4] su alcune sostanze chimiche del cervello. Secondo i risultati, il cannabidiolo avrebbe la capacità di attivare i recettori dell’adenosina, che sono essenzialmente responsabili della regolazione delle funzioni cardiovascolari, del flusso sanguigno coronarico e del consumo di ossigeno del miocardio. I recettori dell'adenosina regolano anche i livelli di dopamina e glutammato nel cervello, pertanto, sebbene il CBD non sia strettamente psicoattivo, potrebbe avere un impatto psicologico in conseguenza del suo stesso meccanismo d'azione.
Gli studi stanno ora cercando di verificare se i meccanismi d’azione del CBD possano avere qualche potenziale effetto contro patologie come DPTS[5], schizofrenia[6], epilessia[7], artrite reumatoide[8] e nausea[9].
L'EFFETTO ENTOURAGE
Studi in corso stanno cercando possibili relazioni sinergiche tra i costituenti della cannabis, inclusi cannabinoidi e terpeni, un fenomeno noto come effetto entourage[10].
Quando i vari elementi farmacologici della cannabis lavorando insieme, guadagnano il potenziale di aumentare le qualità migliori dei singoli componenti, riducendo invece alcune di quelle avverse. Comprendere esattamente come questi rapporti possono essere sfruttati è qualcosa che i ricercatori hanno oggi come obiettivo e si è arrivati al punto di riconoscere che studi futuri potrebbero portare ad “una vasta gamma di nuovi prodotti terapeutici da questa venerabile pianta”.
Il puro THC, ad esempio, può causare ansia e stress a causa dei suoi potenti effetti psicoattivi. Sono in corso numerose indagini per verificare la potenziale capacità del CBD di compensare questi effetti negativi[11] attraverso il sistema endocannabinoide ed oltre.
QUAL È LA VARIETÀ ADATTA PER VOI?
Il rapporto THC:CBD di una varietà di cannabis deve sempre essere preso in considerazione quando si determina la varietà giusta per un individuo. Ceppi come Royal Cookies che contengono il 23%+ THC e un basso tenore di CBD sono quelli di solito selezionati da chi cerca l’effetto più “da sballo” possibile, ma questi ceppi ricchi di THC possono essere eccessivi per altri utilizzatori. Varietà come Fast Eddy, con solo il 9% di THC e il 12% di CBD, sono quelle che daranno un'esperienza più equilibrata, qualcosa che sta diventando sempre più popolare tra i consumatori moderni.
In conclusione, è giusto concludere che il CBD è davvero non psicoattivo? È vero che il solo cannabidiolo non causerà uno “sballo”, ma gli effetti complessivi del CBD sulla psiche e sul corpo sono davvero notevoli.
Mentre scopriamo sempre di più sulla cannabis e sui suoi componenti, il mondo diventa più consapevole dei suoi reali effetti sul corpo e sulla mente umana. Allo stesso tempo, gli esperti del settore hanno imparato a sviluppare metodi per utilizzare in modo efficiente THC e CBD insieme. Il futuro appare sempre più luminoso per la cultura della cannabis e per il cannabusiness mondiale.
External Resources:
- https://www.who.int/medicines/access/controlled-substances/CannabidiolCriticalReview.pdf
- The diverse CB1 and CB2 receptor pharmacology of three plant cannabinoids: Δ9-tetrahydrocannabinol, cannabidiol and Δ9-tetrahydrocannabivarin https://www.ncbi.nlm.nih.gov
- https://bpspubs.onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1111/bph.13250
- The anxiolytic-like effects of cannabidiol injected into the bed nucleus of the stria terminalis are mediated by 5-HT1A receptors - PubMed https://www.ncbi.nlm.nih.gov
- Cannabidiol disrupts the consolidation of specific and generalized fear memories via dorsal hippocampus CB 1 and CB 2 receptors - PubMed https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov
- Cannabidiol as an Adjunctive Treatment for Schizophrenia https://www.psychiatrictimes.com
- Frontiers | Potential Clinical Benefits of CBD-Rich Cannabis Extracts Over Purified CBD in Treatment-Resistant Epilepsy: Observational Data Meta-analysis | Neurology https://www.frontiersin.org
- Cannabidiol as an emergent therapeutic strategy for lessening the impact of inflammation on oxidative stress - PubMed https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov
- Cannabidiol, a non-psychotropic component of cannabis, attenuates vomiting and nausea-like behaviour via indirect agonism of 5-HT(1A) somatodendritic autoreceptors in the dorsal raphe nucleus - PubMed https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov
- Taming THC: potential cannabis synergy and phytocannabinoid-terpenoid entourage effects https://www.ncbi.nlm.nih.gov
- SAGE Journals: Your gateway to world-class journal research https://journals.sagepub.com
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