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By Luke Sumpter


La chinetosi è un disturbo molto fastidioso. In generale, la sensazione di nausea e malessere non entusiasma nessuno. Il mal d'auto mentre si è in viaggio, o il mal di mare durante una crociera, possono compromettere l'intera vacanza. Fortunatamente, viviamo nel 21° secolo. I nostri scienziati hanno sviluppato farmaci per diverse condizioni, inclusa la chinetosi. Tuttavia, l'efficacia di questi prodotti varia da persona a persona. Gli esperti stanno quindi valutando nuove opzioni, tra cui la cannabis, per gestire questo disturbo.

Scopri tutto ciò che c'è da sapere sulla chinetosi, le sue cause e in che modo la cannabis potrebbe risultare utile.

Cos'è la chinetosi?

La chinetosi si verifica quando il cervello entra in uno stato confusionale a livello percettivo. Pensaci bene. L'essere umano si è evoluto nel corso di milioni di anni, ma è sempre stato soggetto a forze di accelerazione limitate alla sua capacità di camminare e correre. Con l'avvento di motori a combustione, automobili ed aeroplani, i nostri corpi sono stati esposti a forze notevolmente più intense e non propriamente naturali.

Non stiamo parlando di una semplice corsa in linea retta. Essere trasportati da un'auto su percorsi accidentati o tortuosi, attraversare una turbolenza mentre si viaggia in aereo o navigare in acque agitate può provocare chinetosi in molte persone. Tutte queste situazioni causano confusione nel nostro cervello. All'improvviso, le informazioni sensoriali provenienti da occhi, orecchie e corpo non vengono elaborate correttamente, e ciò può provocare nausea e malessere generale.

Quali sono le cause della chinetosi?

Il nostro corpo percepisce il movimento attraverso diversi percorsi neurali, inclusi quelli generati dall'orecchio interno, dagli occhi e dalle terminazioni nervose sparse in tutto l'organismo. Durante i movimenti intenzionali, come quando si cammina, tutti questi segnali sono sincronizzati. Tuttavia, durante i movimenti involontari, i conflitti tra input sensoriali possono suscitare nausea e persino vomito.

Immaginiamo di essere in una barca, in balia del mare mosso. Mentre fissiamo il pavimento, gli occhi percepiscono una visione statica. Tuttavia, l'orecchio interno cattura i movimenti verso l'alto, verso il basso e laterali. Questi impulsi contrastanti confondono il cervello, causando la chinetosi.

Ad ogni modo, il corpo umano possiede una risposta innata ad ogni genere di stress ambientale. Quando siamo esposti a calore, freddo, attività fisica intensa, fame o altri fattori di stress, l'organismo attiva dei sistemi capaci di ripristinare uno stato di omeostasi, ovvero di equilibrio fisiologico. Alcune persone riescono ad affrontare le turbolenze e gli scossoni di un viaggio in barca senza percepire alcun senso di nausea. Probabilmente, il loro corpo è in grado di raggiungere l'omeostasi più rapidamente in situazioni di stress.

Quali sono le cause della chinetosi?

Il ruolo del SEC nella chinetosi

Il più delle volte, il nostro sistema endocannabinoide (SEC) governa l'omeostasi. Il SEC viene definito un “regolatore universale”, capace di mantenere l'equilibrio tra le diverse funzioni corporee, incluso umore, memoria ed appetito. Questo sistema svolge un ruolo estremamente importante, infatti è diffuso in tutto l'organismo. I recettori, le molecole che trasmettono segnali (endocannabinoidi) e gli enzimi che compongono il SEC sono presenti nel sistema nervoso, in quello immunitario, nella pelle, nelle ossa, nell'intestino e in ogni altra parte del corpo.

A quanto pare, il sistema endocannabinoide svolge un ruolo fondamentale anche nella gestione della chinetosi. Il nostro corpo è in grado di produrre molecole molto simili a quelle della pianta di cannabis. Questi cosiddetti endocannabinoidi si legano ai recettori del SEC, generando importanti variazioni all'interno delle cellule. Tale processo potrebbe contribuire ad attenuare, o prevenire, la chinetosi in alcuni individui. Un malfunzionamento in questo meccanismo potrebbe invece causare nausea e vomito in altri soggetti.

Il nostro corpo contiene numerosi endocannabinoidi, ma i principali sono l'anandamide e il 2-arachidonoilglicerolo (di seguito indicato con la sigla 2-AG). Entrambe le molecole si legano ai recettori cannabinoidi 1 (CB1) e recettori cannabinoidi 2 (CB2) del SEC.

L'anandamide svolge un ruolo di agonista parziale, poiché non è in grado di legarsi completamente ad entrambi i recettori. Tuttavia, il 2-AG è l'endocannabinoide presente in maggior quantità all'interno del cervello, e agisce da agonista integrale su entrambi i recettori. Questo significa che può legarsi ad essi in modo più efficiente rispetto all'anandamide.

  • Principali risultati della ricerca

Ma qual è il ruolo di queste molecole nella chinetosi? A quanto pare, tali composti chimici sono profondamente coinvolti in questo processo. Per questa importante scoperta, dobbiamo ringraziare gli scienziati della Ludwig Maximilian University di Monaco. Essi hanno sottoposto alcuni volontari a complicate acrobazie aeree, allo scopo di indurre la chinetosi, e successivamente hanno misurato i loro livelli di endocannabinoidi[1].

Il team di ricerca ha riscontrato interessanti correlazioni tra i livelli di endocannabinoidi e la tendenza a sperimentare nausea e vomito. Nei volontari che sviluppavano sintomi di chinetosi, i livelli di anandamide erano notevolmente più bassi. Viceversa, i livelli di anandamide aumentavano nei partecipanti che non avevano avvertito alcun malessere.

Anche il ruolo del 2-AG è apparso evidente. I soggetti che avevano sofferto di chinetosi mostravano bassi livelli di 2-AG prima, durante e dopo l'esperimento. I partecipanti che invece non avevano sviluppato questo disturbo esibivano livelli di 2-AG notevolmente più elevati in risposta alle manovre acrobatiche.

Secondo alcuni scienziati, la mancanza di endocannabinoidi, definita carenza clinica di endocannabinodi, potrebbe favorire l'insorgenza di diversi disturbi[2], tra cui emicrania, fibromialgia e sindrome dell'intestino irritabile.

Quali sono i sintomi della chinetosi?

I sintomi della chinetosi vanno oltre il semplice malessere a livello gastrico ed includono:

Nausea Vomito
Aumento della salivazione   Sudorazione eccessiva
Vertigini Pallore
Sonnolenza Mal di testa
Sbadigli




Fattori che aumentano il rischio di chinetosi

L'esposizione a movimenti turbolenti può provocare chinetosi in molti individui. Ma diversi altri fattori possono aumentare il rischio di sviluppare sintomi, tra cui:

Precedenti casi di chinetosi in famiglia Disturbi dell'orecchio interno
Emicrania Morbo di Parkinson
Gravidanza Ciclo mestruale
Contraccettivi ormonali

Farmaci per la chinetosi

Esistono diversi medicinali specifici per contrastare i sintomi della chinetosi, tra cui:

  • Scopolamina: Curiosamente, questo alcaloide genera intensi effetti allucinogeni, ed è presente nelle piante enteogene del genere Datura. Tuttavia, piccole dosi di questa sostanza, somministrate attraverso un cerotto transdermico posizionato dietro l'orecchio 6–8 ore prima del viaggio, possono contribuire ad attenuare i sintomi della chinetosi.

  • Prometazina: Questo farmaco antistaminico e antipsicotico, assunto due ore prima di un viaggio, è in grado di gestire i sintomi di chinetosi. Gli effetti collaterali includono sonnolenza e bocca secca.
  • Ciclizina: Questo farmaco antiemetico viene distribuito con diverse denominazioni commerciali, ed agisce direttamente sui sintomi della chinetosi, attenuando vertigini, nausea e senso di stordimento.

Soluzioni alternative per contrastare la chinetosi

Esistono diversi rimedi alternativi per gestire i sintomi della chinetosi, ad esempio:

Fissare l'orizzonte

Puntare lo sguardo verso l'orizzonte può essere utile per sincronizzare le informazioni sensoriali provenienti da occhi ed orecchie, al fine di ripristinare un equilibrio interno.

Masticare una gomma

Per alcuni individui, masticare una gomma contribuisce ad alleviare i sintomi di chinetosi.

Zenzero

Anche lo zenzero può attenuare i sintomi di chinetosi. Questa radice potrebbe inoltre ritardare l'insorgenza[3] della nausea. Diverse molecole presenti nello zenzero, tra cui gingerolo e zingerone, interagiscono con il sistema endocannabinoide[4].

Digitopressione

Molte persone sono scettiche riguardo questa sorta di agopuntura senza aghi, ma alcune prove indicano che potrebbe contribuire a combattere i sintomi della chinetosi.

La cannabis può contribuire a trattare la chinetosi?

Dunque, la cannabis potrebbe contrastare i sintomi della chinetosi? Purtroppo, non esistono studi clinici in grado di fornire una risposta definitiva a tale quesito: questa è una diretta conseguenza di decenni di proibizionismo e ostacoli alla ricerca. Ad ogni modo, le indagini svolte fino ad oggi forniscono alcune indicazioni riguardo il potenziale influsso della cannabis sulla chinetosi.

I fiori di cannabis producono più di 100 fitocannabinoidi differenti (“fito” significa “pianta”). Queste molecole possiedono una struttura chimica simile a quella degli endocannabinoidi, pertanto alcuni fitocannabinoidi possono legarsi ai recettori del SEC. Il THC, ad esempio, è un fitocannabinoide psicotropo capace di legarsi ai recettori CB1 e CB2.

Ricordi quando abbiamo accennato alla carenza clinica di endocannabinoidi? Ebbene, gli scienziati stanno esaminando i cannabinoidi, e la loro capacità di gestire i sintomi legati a tale condizione. Gli esperti ritengono che il THC possa in qualche modo compensare la carenza di anandamide e 2-AG. Dopo tutto, si lega agli stessi recettori, quindi il nostro organismo potrebbe potenzialmente usare il THC (o il CBD, di cui parleremo più avanti) per raggiungere l'omeostasi, anche in caso di mancanza di endocannabinoidi.

  • Nausea

I ricercatori hanno esaminato a lungo gli effetti della cannabis sulla nausea. I dati raccolti hanno portato alla creazione del Dronabinol, una versione sintetica del THC, prescritta negli Stati Uniti per contrastare la nausea e il vomito indotti dalla chemioterapia. Gli scienziati continuano ad esaminare il ruolo dei fitocannabinoidi nella prevenzione di nausea e vomito, ed il loro influsso sul SEC. Alcune delle molecole più studiate sono il THC e il CBD, e gli acidi cannabinoidi THCA e CBDA.

Nausea

  • Mal di testa

Il mal di testa è uno dei sintomi più frequenti in caso di chinetosi e—sorpresa, sorpresa—il sistema endocannabinoide potrebbe essere coinvolto in questo disturbo. Gli esperti stanno analizzando la potenziale capacità della cannabis di prevenire e trattare il mal di testa. Secondo alcuni dati, il mal di testa potrebbe essere provocato da una carenza di endocannabinoidi.

Mal di testa

  • Ansia

Subito dopo aver sperimentato i primi sintomi di chinetosi, molte persone talvolta sviluppano ansia e paura, che possono aggravare ulteriormente la situazione. La cannabis potrebbe contribuire ad alleviare queste sensazioni, rendendo più sopportabile l'intera esperienza. Alcuni studi stanno esaminando gli effetti di THC e CBD sull'ansia, e specifici test su esseri umani hanno evidenziato gli effetti del CBD sulle aree del cervello associate a tale disturbo.

Ansia

La cannabis può aggravare i sintomi della chinetosi?

Dopo aver assunto THC, gli individui sviluppano la cosiddetta risposta bifasica dose-dipendente. Questo significa che una piccola quantità di sostanza potrebbe attenuare gli effetti negativi della chinetosi ma, in dosi elevate, la cannabis potrebbe provocare disturbi gastrici, o “greenout”.

Alcuni consumatori di cannabis regolari potrebbero persino sviluppare una sindrome da iperemesi da cannabis (CHS). Tale evento è scatenato da una reazione avversa al THC, che può provocare vomito ciclico e condurre al ricovero ospedaliero.

Quale influsso può avere il CBD sulla chinetosi?

Al giorno d'oggi, i prodotti contenenti CBD sono ampiamente diffusi. Alcune testimonianze aneddotiche confermano le virtù di questo cannabinoide, e la scienza continua ad esaminare gli effetti del CBD su diverse condizioni, dall'ansia all'acne. Ma è possibile aggiungere la chinetosi alla lista dei disturbi gestibili con il CBD?

Presentazione del FAAH

Gli scienziati studiano l'efficacia del CBD sui sintomi della chinetosi e la sua connessione con il SEC. A differenza del THC, il CBD non si lega profondamente ai recettori CB1 e CB2. Tuttavia, influenza gli enzimi che scompongono gli endocannabinoidi prodotti dal corpo umano. Per comprendere meglio questo meccanismo, dobbiamo focalizzare l'attenzione su un importante enzima del SEC.

L'acido grasso ammide idrolasi (FAAH) svolge un ruolo metabolico all'interno del SEC. Il suo compito è quello di decomporre l'anandamide, dopo che la molecola ha completato la sua funzione. Il CBD inibisce il FAAH[5], ovvero impedisce all'enzima di svolgere la sua attività. Ostacolando la scomposizione dell'anandamide, il CBD favorisce l'incremento di questo endocannabinoide, riducendo di conseguenza i sintomi della chinetosi.

Un intervento sul FAAH potrebbe inoltre influire sul mal di testa associato alla chinetosi. Secondo gli scienziati, l'inibizione del FAAH rappresenta una promettente soluzione[6] per il trattamento del mal di testa.

Il CBD non si lega ai principali recettori del SEC. Tuttavia, anche se i CB1 e CB2 sono molto famosi, il SEC è composto da molti altri tipi di recettori. Il cosiddetto CB3, o recettore vanilloide 1 (TRPV1) appartiene al sistema cannabinoide espanso, e potrebbe svolgere un ruolo chiave nella gestione dei sintomi della chinetosi[7]. Il CBD si lega a questo sito e potrebbe quindi rappresentare un ottimo strumento con cui osservare l'azione del TRPV1.

Come assumere CBD o marijuana per la chinetosi

Il CBD e la ganja possono essere somministrati in vari modi per alleviare i sintomi della chinetosi. Di seguito elenchiamo i prodotti più utilizzati:

Fiori Concentrati
Olio di CBD o olio di cannabis Caramelle gommose
Gomme da masticare Capsule

Se tendi a soffrire di chinetosi, puoi assumere prodotti contenenti CBD o THC poco prima di metterti in viaggio e valutarne l'efficacia. Ad ogni modo, tieni presente che gli effetti possono emergere in un lasso di tempo variabile. Gli effetti dei prodotti assunti per via orale (ingeriti), come ad esempio le capsule, emergono dopo circa 30 minuti. Di conseguenza, queste formule rappresentano una valida misura preventiva.

Gli oli versati sotto la lingua (somministrati per via sublinguale) o i fiori vaporizzati offrono invece effetti immediati. Questi prodotti costituiscono un'ottima misura reattiva, poiché agiscono rapidamente, contrastando i primi sintomi di chinetosi.

Le migliori varietà di cannabis per la chinetosi

Puoi anche coltivare cannabis in casa ed usarla per gestire la chinetosi. THC e CBD influenzano il SEC in modi differenti, pertanto le varietà ideali sono quelle contenenti entrambe le molecole, ad esempio:

  • Royal Highness: Contiene dosi elevate di CBD, livelli di THC pari al 14% e terpeni che emanano fragranze di terra e frutta.
  • Royal Medic: Offre buone quantità di CBD e THC, oltre a rese soddisfacenti.
  • Medical Mass: Racchiude dosi di THC e CBD, e sapori di caramelle e frutta.

Farmaci o cannabis: Cosa scegliere in caso di chinetosi?

Dipende. Le classiche pillole per la chinetosi e la cannabis generano effetti diversi in ciascun individuo. Alcune persone reagiscono positivamente a farmaci come la scopolamina, altre sperimentano reazioni avverse. Qualcuno trae beneficio dalla cannabis, mentre altri non notano alcun effetto. Tuttavia, man mano che la ricerca scientifica avanza, potrebbero emergere nuovi cannabinoidi, terpeni e composti fitochimici persino più efficaci dei farmaci attualmente disponibili. Non ci resta che aspettare!

External Resources:
  1. Motion Sickness, Stress and the Endocannabinoid System https://journals.plos.org
  2. Europe PMC https://europepmc.org
  3. Effects of ginger on motion sickness and gastric slow-wave dysrhythmias induced by circular vection https://journals.physiology.org
  4. (PDF) Beyond Cannabis: Plants and the Endocannabinoid System https://www.researchgate.net
  5. Cannabidiol enhances anandamide signaling and alleviates psychotic symptoms of schizophrenia https://www.ncbi.nlm.nih.gov
  6. Frontiers | Endocannabinoid System and Migraine Pain: An Update | Neuroscience https://www.frontiersin.org
  7. Targeting TRPV1 to relieve motion sickness symptoms in mice by electroacupuncture and gene deletion | Scientific Reports https://www.nature.com
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