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By RQS Editorial Team

Se c’è una cosa che possiamo imparare dal lavoro di David Bienenstock, è quanto sia stata importante la cannabis nel corso della storia umana. Continua a leggere l'intervista al prolifico e rispettato giornalista e conduttore di podcast su tutto ciò che riguarda la cannabis.

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1. Che ruolo gioca la cannabis nella cultura americana ed europea?

Innanzitutto, ci tengo a sottolineare che molte persone hanno un'idea sbagliata della marijuana. Molti pensano che la cultura cannabica sia iniziata negli anni ’60, associandola al movimento hippie. Ovviamente, tutti sappiamo che gli hippie erano soliti fumare grandi quantità d'erba, ma la cultura cannabica intesa come cultura globale risale a migliaia di anni fa. Se osserviamo i luoghi in cui ha avuto origine, quasi sicuramente in Cina, India, Nepal, possiamo tracciare una storia molto più precisa di questa pianta. Infatti, risalendo alle sue origini, ci accorgiamo che esiste un antenato comune. Sebbene ai giorni nostri si possano trovare una moltitudine di varietà diverse, quasi tutti ibridi, la pianta di cannabis si è diffusa ed evoluta insieme agli umani attraverso le rotte commerciali.

Ovviamente, conosco persone che non amano la cannabis o non riescono ad apprezzarne gli effetti. Tuttavia, non mi è mai capitato di incontrare gruppi di persone o intere culture che, avendo accesso alla cannabis, non riuscissero ad apprezzarla come medicina, come sostanza con cui sballarsi, come alimento da condividere nella comunità e, naturalmente, come pianta dai mille usi industriali. Quindi, considero che la cosa più importante da capire sulla cultura cannabica statunitense ed europea sia che in realtà è il risultato di questa lunga tradizione.

Ovviamente, la cosa più interessante a cui stiamo assistendo in questo momento è il disfacimento del proibizionismo, ovvero la fine di questo terribile sistema razzista ed oppressivo che ancora oggi mette in carcere innocenti cittadini accusati di usare una pianta di per sé benefica. E qui arriva un altro malinteso piuttosto diffuso tra le persone, secondo cui l’erba è sempre stata illegale o proibita perché chi governa la nostra società non ne ha mai approvato l'uso. Anche questa è un'idea sbagliata.

Il proibizionismo è relativamente recente, se consideriamo migliaia di anni di storia. Per cui, dobbiamo iniziare a considerare il sistema del proibizionismo come una vera e propria anomalia, come qualcosa di tremendamente sbagliato. E sebbene stiano cambiano le leggi e sempre più persone siano libere di usare la cannabis, il che ci sta consentendo di non arrestare più innocenti e di poter sfruttare tutti i benefici di questa pianta, dovremmo anche guardare alle nostre società, in particolare quelle degli Stati Uniti e dell'Europa, ma soprattutto quella degli Stati Uniti. Qui, il governo ha sempre giocato un ruolo di protagonista nel diffondere il proibizionismo in tutto il mondo. Chi lo ha permesso? Perché è successo? Quale folle mente può decidere di arrestare centinaia di migliaia di persone, milioni di cittadini in tutto il mondo, con l'accusa di usare una pianta benefica?

Quindi, se da una parte osserviamo con grande entusiasmo la legalizzazione e la fine di queste detenzioni, dall’altra dovremmo anche porci queste domande e non dimenticare il nostro passato. E qui mi rivolgo a chi vive in California. In questo momento, mi sto accendendo una canna, un gesto del tutto legale in questo Stato. L’ho coltivata nel mio cortile, ma potrei perfettamente averla comprata in un negozio. Tuttavia, dobbiamo ricordare tutti i Paesi del mondo in cui vige ancora il proibizionismo, senza mai smettere di lottare per un mondo dove ogni cittadino sia libero di farne uso.

2. Cosa ne pensi delle celebrità che fumano erba? Pensi che siano esenti dallo stigma che circonda l’erba o siamo tutti soggetti ai pregiudizi negativi associati alla cannabis?

Nella mia mente classifico le celebrità in due categorie. Ovviamente, considero che il semplice atto di usare la cannabis e parlare dei suoi aspetti positivi sia una forma di attivismo. Quindi, le persone che l’hanno fatto in passato, identificandosi in pubblico con questa pianta, hanno corso sicuramente molti più rischi.

20 anni fa ho lavorato per la rivista High Times Magazine. Adesso non ho più nulla a che fare con loro, ma è sempre stato difficile convincere la gente a fare un’intervista con noi o a scattare una foto, anche solo tenendo tra le dita uno spinello. A quei tempi, le persone correvano il rischio non solo di essere arrestate, ma di perdere anche la loro credibilità professionale. Potevano perdere il lavoro e i finanziamenti con cui vivevano. Per cui, ritengo che la cultura sia importantissima per cambiare le leggi. Anche questa è una forma di attivismo. Ma ciò non toglie che abbia una grandissima stima per le persone che si sono lasciate coinvolgere attivamente per cambiare le leggi usando la loro fama. Sai, oggi vedi molte persone che avviano un’impresa e, spesso, lo fanno solo perché vogliono fare soldi. E poi diciamocelo, non ho mai fumato della marijuana di una celebrità che fosse davvero buona.

Cosa ne pensi delle celebrità che fumano erba?

Per me, le vere celebrità dell’erba sono le persone che sanno coltivare bene o coloro che riescono ad ibridare una nuova varietà di cannabis. Tempo fa fui coinvolto in un progetto in cui dovevamo realizzare una serie di video per il compleanno di Willie Nelson. Con “Great Moments in Weed History”, il mio podcast, siamo stati assunti da amici e parenti di Willie Nelson per realizzare alcuni video per festeggiare i suoi 60 anni di passione per la cannabis. Abbiamo dato voce a forti sostenitori delle proprietà benefiche della cannabis, a gente contraria agli arresti e a chi si autoproduceva la propria cannabis in piccole coltivazioni e persone che la usavano da anni o decenni.

Quindi, penso che questo sia un ottimo esempio di come usare la propria notorietà per lanciare un messaggio diretto alle persone. Credo che questo approccio sia estremamente vantaggioso. Molte persone hanno cambiato, consapevolmente o inconsapevolmente, il proprio atteggiamento nei confronti della cannabis, assumendo una condotta ancora più positiva in questo contesto.

3. Se in passato la cannabis era associata alla filosofia “hippie”, perché pensi che oggi stia diventando una vera e propria industria?

Beh, sai, viviamo in un sistema chiamato capitalismo e credo che tale sistema (e qui ti do una piccola anticipazione) favorirà le persone con molto capitale. Questa situazione incentiverà le persone all’acquisizione di più capitali. Quindi, in un sistema clandestino, durante il proibizionismo, la cannabis veniva acquistata e venduta, prodotta e distribuita ed era soggetta a domanda ed offerta. Tutti questi principi dell’economia venivano applicati. Ma non esistevano ancora i meccanismi del capitalismo di libero mercato negli Stati Uniti e nella maggior parte dell’Europa.

"Ogni volta che acquistiamo della cannabis, che sia da un negozio o da uno spacciatore, provare a prendere delle decisioni ponderate affinché ognuno di noi possa modellare il proprio mondo nel miglior modo possibile."

Oggi, vediamo persone che entrano nel mondo della cannabis che, francamente, non hanno fatto nulla per aiutare a porre fine al proibizionismo e che non hanno mai mostrato un vero amore per questa pianta, una passione o una profonda comprensione della sua cultura, ma vedono solo l’opportunità di fare molti soldi. In un certo senso, questa gente dovrebbe essere svantaggiata, perché non conosce fino in fondo la marijuana e non ha una vera connessione con la sua cultura. Ma poiché viviamo in questo sistema chiamato capitalismo, l’essere semplicemente ricchi ti dà già un enorme vantaggio nell’entrare in questo mercato in rapido sviluppo. E man mano che cresce, puoi usare il capitale che hai per dare peso alla tua attività e per prenderti una buona fetta di mercato, tagliando fuori molte persone che sono state, qui in California dove vivo, coltivatori di cannabis di terza, forse anche di quarta, generazione e che hanno sempre lavorato sulle nostre colline.

Se vai in posti come il Marocco, la produzione di cannabis e hashish è diffusissima, culture che risalgono, come ho detto, a migliaia di anni nelle montagne del Rif in Marocco, in India e in Nepal. Ma questa lunga tradizione si scontra con queste imprese capitalistiche e nasce una vera lotta interna. Penso che quando parliamo di cultura della cannabis, è lì che possiamo avere un vantaggio. Abbiamo una cultura globale molto forte che è abituata a respingere questi modelli privi di ideali.

Ma quando guardiamo all’economia che la circonda, questo periodo si distinguerà per una mentalità paragonabile ad una moderna corsa all'oro, dove la gente investirà ingenti quantità di denaro in questa industria per farsi strada. Ritengo che la cosa migliore che possiamo fare è, ogni volta che acquistiamo della cannabis, che sia da un negozio o da uno spacciatore (a seconda di dove vivi), provare a prendere delle decisioni ponderate affinché ognuno di noi possa modellare il proprio mondo nel miglior modo possibile. Acquista la tua marijuana dagli agricoltori che vuoi che abbiano successo. E se vuoi che si diffonda una grande quantità di cannabis industriale di “me*da”, controllata sempre dalle stesse persone che gestiscono banche, pozzi petroliferi e chissà quali altre mille compagnie, allora compra della schifosissima marijuana industriale. E di queste realtà ne troveremo molte altre.

4. Le persone si preoccupano della provenienza della cannabis che consumano?

Beh, penso che se devi scegliere tra niente e qualcosa, allora molto probabilmente sceglierai qualcosa. Devo ammettere che anch’io rientro in questo gruppo. Ma non è certo questa la scelta che consiglio alle persone.

Se vivi in un Paese dove la cannabis è molto difficile da trovare ed hai pochissime opzioni, o non hai nessuna sicurezza nell’acquistare la tua cannabis, prendi la marijuana che trovi. Cos'altro puoi fare. Ogni essere umano merita l’accesso alla cannabis e nessuno dovrebbe proibirtelo. Ma se sei abbastanza fortunato da vivere in un posto dove hai delle opzioni ed hai la possibilità di capire da dove proviene la tua cannabis, allora penso che le persone possano fare delle scelte davvero buone.

Soprattutto qui in California, molta della cannabis coltivata all'aperto proviene da fantastiche aziende agricole dove lavorano persone che amano questa pianta. E non è certo più costosa della cannabis industriale coltivata indoor e di dubbia provenienza. Al contrario. Questa è un’opportunità per educare la società. Questo è il successo a cui mi riferivo. Si tratta di un sipario che si sta aprendo in tutto il mondo e voglio dare alla gente la speranza che un giorno tutti potremo sapere di più sulla provenienza della nostra cannabis, essenziale per poter fare delle buone scelte. La fine del proibizionismo ci sta aprendo gli occhi in questo senso e possiamo finalmente dare un volto agli agricoltori che lavorano in prima linea.

Quando ho iniziato a scrivere articoli sull’erba, le prime volte era frustrante vedere come avrei potuto vivere delle meravigliose esperienze visitando direttamente le aziende agricole produttrici d'erba, ma invece non potevo scrivere nulla sulla loro attività. Spesso, non potevo fare alcun riferimento alle persone e a ciò che stavano facendo. Non potevo raccontare come fossero arrivati fin lì o perché coltivavano piante di cannabis. Tutti, giustamente, erano molto preoccupati di essere arrestati e la loro fiducia nei miei confronti, come giornalista, non era sufficiente per sentire la loro storia, rivelando le loro identità. Oggi, almeno in California e in molti Stati degli USA e del mondo, la situazione sta cambiando e questa è sicuramente un'ottima opportunità per educare la società.

Le persone si preoccupano della provenienza della cannabis che consumano?

Sai, posso dire con certezza che quando una persona ha quel tipo di istruzione e quel margine di scelta, comprerà ciò che ritiene meno costoso o più potente in base al rapporto qualità-prezzo. E in una certa misura, non possiamo negare questo diritto alle persone, e non sto parlando di persone a cui non importa nulla della cannabis o da dove provenga. Ma in questo caso, sarò il primo a difendere i concetti di cui parlavo prima. D’altronde, l’aspetto migliore della legalizzazione è non essere arrestato. Il secondo aspetto più importante della legalizzazione è poter instaurare una connessione più profonda verso la provenienza della cannabis.

L’ideale sarebbe vivere da qualche parte dov’è permesso autoprodursi la propria erba. Ovunque tu viva, anche nei Paesi dove la cannabis non è ancora legale, ma il processo di legalizzazione si sta muovendo, lasciati coinvolgere e lotta per ciò che vorresti fare, come coltivare, diciamo, sei piante in casa. E magari ti poni anche una serie di regole che favoriscano i coltivatori più piccoli, gente della tua città direttamente coinvolta in questa industria. In questo modo, tutti i vantaggi non andranno solo alle persone già ricche che stanno entrando nel settore solo per farsi ancora più ricche.

Se sei in attesa delle riforme, è troppo tardi per intervenire direttamente sulle leggi. Sono consapevole che ci siano ancora molte persone coinvolte in business illeciti e, parlando apertamente delle loro idee, potrebbero aver paura di attirare l’attenzione su di loro. Anche questo è un aspetto importante. Se ritieni che essere un attivista agguerrito metterà in pericolo te o la tua famiglia, è normale che tu faccia questa considerazione. Ma per tutti gli altri, risulta ancora più importante parlarne apertamente e lottare per porre fine al proibizionismo e agli arresti, affinché si crei un nuovo sistema che rifletta i nostri valori come comunità e non rifletta una situazione in cui le persone più ricche stanno diventando sempre più ricche.

5. Se dovessi prendere una decisione, cosa sceglieresti di consumare: varietà ad alto contenuto di THC o di CBD?

Scelgo quelle ad alto contenuto di THC. Ma perché io, personalmente, preferisco sballarmi ed anche perché il THC ha molte proprietà terapeutiche. Un altro malinteso piuttosto diffuso tra le persone è che “il THC serve solo a sballare, mentre il CBD è una medicina”. Ma non è così. Il THC ha importanti e comprovate proprietà medicinali tanto quanto il CBD.

Fino a pochi anni fa, quando non si conosceva ancora bene il CBD, molti breeder di cannabis ibridavano involontariamente piante che erano particolarmente ricche di THC, che conoscevamo e che ognuno di noi apprezzava. Ma allo stesso tempo, stavano ibridando anche il CBD, estrapolandolo dal patrimonio genetico della cannabis. Oggi, sappiamo che il cannabidiolo ha la capacità di modulare gli effetti del THC. Questo è uno dei motivi per cui quando vado in un negozio in California, mi piace comprare edibili con un rapporto 1:1 di THC:CBD. Li trovo molto rilassanti. Non devo preoccuparmi di sballarmi troppo e si adattano perfettamente alle mie esigenze. Ma prima di questa realtà, abbiamo dovuto trovare le piante giuste per farlo.

Questo risale a circa 10 anni fa, quando i test di laboratorio si diffusero per la prima volta in California. I laboratori di analisi iniziarono a ricevere un gran numero di campioni di cannabis con il fine di verificare la presenza di muffe o pesticidi e, in secondo luogo, per testare la loro potenza. Quello che scoprirono furono piante con il 20–25% di THC e lo 0,01% di CBD. Quindi, per riportare il CBD nel patrimonio genetico della pianta, riuscirono a selezionare o ad identificare quei campioni più rari con percentuali di CBD del 2 o 3%. Negli anni sono stati poi avviati diversi progetti di ibridazione per creare nuove varietà ad alto contenuto di CBD. Questa situazione si stava verificando anche in Spagna negli stessi anni. Quindi, la nascita di questa nuova cultura e comunità ha effettivamente rilanciato le varietà CBD. Ovviamente, questo è un modo per molte persone di accedere ai benefici terapeutici della cannabis, laddove le piante ad alto contenuto di THC sono proibite.

Ma l’ideale sarebbe che tutti potessero avere accesso a questa pianta in ogni sua forma, senza una vera distinzione tra un cannabinoide e l'altro. Nessuno dovrebbe mai dirci che l’accesso al CBD risolve tutti i problemi di chi fa uso di cannabis a fini terapeutici, perché questa non è l'espressione più alta della pianta di cannabis. Questa non è la medicina più efficace per tutti. Gli effetti variano molto da persona a persona e devi avere accesso a tutte le molecole della marijuana per scoprire quale si adatta meglio alle tue esigenze.

Se dovessi prendere una decisione, cosa sceglieresti di consumare: varietà ad alto contenuto di THC o di CBD?

6. Raccontaci un aneddoto divertente su un gruppo di amici consumando erba.

Beh, scrivo articoli sulla cannabis da circa 20 anni e conduco da quasi 4 anni il podcast “Great Moments in Weed History” con il mio socio, Abdullah Saeed, di cui forse hai sentito parlare nel programma televisivo Bong Appétit TV show o su High Maintenance di HBO.

Abbiamo portato avanti questo show per così tanto tempo che siamo riusciti a far uscire diversi speciali sul 420 dedicati al 20 aprile. In uno di essi abbiamo raccontato la storia del 420, che iniziò in California tra alcuni amici, diffondendosi quasi come un meme prima ancora dell'esistenza di internet. Questo risale agli anni ’70. Ma abbiamo fatto un episodio due anni fa in cui abbiamo raccontato tutti i nostri grandi momenti nella storia della marijuana. Quindi, direi che ho infinite storie da raccontare sull’erba e questi potrebbero essere degli ottimi spunti da cui partire.

7. Dacci un consiglio inedito e da professionista su come fumare correttamente la marijuana!

Non saprei. Penso che la cosa più importante se sei nuovo nel mondo della cannabis, dal punto di vista del consumo, è iniziare lentamente. Se inizi con dosi basse ed aumenti lentamente e progressivamente non potrai mai sbagliare. L’importante è incrementare la dose fino a quando non senti quello che vuoi sentire. E questo varia da persona a persona.

Prenditi tutto il tempo necessario per imparare il più possibile su questa pianta, in termini di metodi d’assunzione. Penso che buona parte del coinvolgimento nella cultura cannabica sia istruire sé stessi. Personalmente, ritengo che questa pianta e questa cultura siano infinitamente affascinanti. Ma sai, per quanto mi riguarda, tutto questo può essere ricondotto ai vantaggi che mi ha regalato questa pianta. E in tutto il tempo che ho passato a fare reportage sulla cannabis o ad indagare sulla storia di questa pianta, ne sono sempre più affascinato. Ritengo che abbia dato vita ad una magnifica comunità di persone. Quindi, puoi sperimentare questa pianta come meglio preferisci. Se ne hai bisogno per scopi terapeutici e ti aiuta come medicina, ma non sei così interessato alla cultura, va benissimo così.

Si tratta di una medicina fantastica. Risulta spesso più efficace di molti altri farmaci per trattare un’ampia varietà di disturbi e, se vuoi comprenderne la scienza, puoi iniziare dal sistema endocannabinoide di cui è dotato il nostro corpo. Sfogliando i documenti di ricerca capirai perché stai ottenendo così tanti benefici. Oppure, puoi semplicemente sfruttare i suoi benefici senza porti troppe domande. Dipende solo da te. Stessa cosa vale per il tipo di cultura che gira intorno alla cannabis. Se vuoi fumare da solo perché ne trai determinati benefici, ma non vuoi condividere quell’esperienza con altre persone, va benissimo. Ma se guardi oltre, ti accorgerai che ci sono molte persone di tutti i ceti sociali, in tutto il pianeta, che condividono l’amore per questa pianta ed è sempre un ottimo modo per entrare in contatto con la gente.

8. Pensi che la società potrebbe cambiare se la cannabis fosse legalizzata ovunque?

Sì. Penso che questa situazione si sia già vista in passato. Al di là dell’ovvia affermazione “le persone non vengono più arrestate” e della scomparsa degli aspetti negativi del proibizionismo, considero che la legalizzazione possa sicuramente contribuire a migliorare la nostra società. Rientro tra quelle persone che dicono “mi piace bere qualcosa di tanto in tanto”. Ma molte persone lottano contro l’alcol. E la nostra società, almeno negli Stati Uniti e nel Regno Unito, è molto legata all’alcol e alla socializzazione.

Ogni attività sociale nella nostra cultura è impregnata di alcol. E questo crea molteplici problemi. Ciò significa che dovremmo vietare l’alcol, come succedeva negli Stati Uniti. Ma questo ha fallito per tutte le ragioni per cui il proibizionismo della cannabis sta fallendo. Ma dare semplicemente alle persone un’altra opzione per allontanarsi dall'abuso di alcol è una grande opportunità. Ritengo che ci sia molta più gentilezza e benevolenza nell'ambiente e nella cultura della cannabis in generale, che invece manca nella nostra cultura tradizionale e che dovremmo quindi portarci dietro con la legalizzazione.

Spesso dico alla gente che la cannabis non è la cura per gli “imbecilli”, ma è comunque un buon punto di partenza. E penso che funzioni a livello sia individuale che generale. Se osserviamo alcuni dei problemi più grandi della società, molti di essi derivano da disturbi mentali, generati da problemi di coscienza. Molti di questi riguardano l’avidità e la competizione, l’invidia ed il forte temperamento di noi umani. E se un giorno riuscissimo a passare a qualcosa di davvero efficace per generare sentimenti di connessione e compassione? Sarebbe sicuramente un enorme cambiamento sociale.

Pensi che la società potrebbe cambiare se la cannabis fosse legalizzata ovunque?

9. Ti azzarderesti a dare un’età minima per iniziare a consumare marijuana?

Ebbene, per quanto riguarda l’uso terapeutico della cannabis dobbiamo aprire una parentesi. Negli ultimi cinque anni è stato dimostrato che le forme più gravi di epilessia pediatrica ed altri disturbi convulsivi rispondono bene alle terapie con cannabis. Ho personalmente parlato ed incontrato molte famiglie con bambini, anche molto piccoli, che manifestavano centinaia di convulsioni al mese. Hanno provato i farmaci più diversi, si sono sottoposti a interventi chirurgici e provato ogni forma di terapia, senza alcun risultato. Ebbene, delle piccole quantità di cannabis concentrata sono riuscite a fermare questi attacchi quasi immediatamente.

Nel Regno Unito stiamo ottenendo importanti risultati in terapie a lungo termine. Mi sto ovviamente riferendo a GW Pharmaceuticals, che ha inventato il farmaco Epidiolex. Ma non è stata questa azienda farmaceutica ad inventare la cannabis e non ha nemmeno diffuso lei la consapevolezza dell'efficacia di questa pianta. Sono state le persone che l'hanno provata a dimostrarlo, spesso affrante da una sorta di disperazione. Ma anche chi lavora con questa pianta è consapevole che un giorno rientrerà tra le medicine più efficaci in circolazione ed anche la meno dannosa. Ma non basta che la gente confermi la sua efficacia, bisogna anche assicurarsi che le persone sappiano che è una valida opzione e, francamente, considero che si dovrebbe consigliare prima di molti altri farmaci potenzialmente più dannosi.

Per quanto riguarda l’aspetto ludico dello “sballo”, alcuni studi hanno dimostrato che i cervelli più giovani in via di sviluppo possono subire alcuni danni dalla cannabis. Tuttavia, posso anche dire che, quando ero giovane, la cannabis mi ha aiutato molto. Per cui, non voglio certo giudicare le persone che ne fanno uso da giovani. Penso che, da questo punto di vista, la legge sia adeguata. A mio avviso, è giusto consentire il consumo solo ai maggiorenni. Per la legge, le persone sono libere di prendere le proprie decisioni personali, a loro rischio e pericolo. E, ovviamente, dobbiamo consentire ai bambini l’accesso alla cannabis se ne hanno bisogno per scopi terapeutici.

"Ritengo che ci sia molta più gentilezza e benevolenza nell'ambiente e nella cultura della cannabis in generale, che invece manca nella nostra cultura tradizionale e che dovremmo quindi portarci dietro con la legalizzazione."

10. Come possiamo evitare un “bad high”, un brutto viaggio da cannabis?

Fumando senza esagerare. Bisogna fare molta, molta attenzione agli edibili. Quando fumi o vaporizzi marijuana, ci si può regolare meglio. Gli effetti si sentono più rapidamente e, se inizi a sentirti troppo alterato, puoi fare qualche tiro ed aspettare di vedere come ti senti. E poi, eventualmente, farne altri. Quando invece mangi un biscottino all’erba, la cannabis è ormai nel tuo organismo e può metterci molto di più per fare effetto. Potrebbe richiedere un’ora e dopo un intero pasto può metterci anche 90 minuti per fare effetto.

E poi, ovviamente, c’è il classico errore che abbiamo fatto tutti, o almeno io l’ho fatto: “Non sento niente, sono già passati 30 minuti, ne mangio un altro”. Purtroppo, molte persone vivono esperienze negative quando esagerano e pensano subito che la cannabis non faccia per loro.

Sono solito dire alla gente, soprattutto quando mi capitava di parlare di più in pubblico, magari davanti ad una folla di persone: “Vediamo, quante persone qui hanno avuto un’overdose da alcol?”. E, ovviamente, la gente pensa: “Un’overdose da alcol significa che muori”. Invece, un’overdose è esagerare con qualcosa a tal punto da non voler più commettere quell'errore. Quindi, se ti è già capitato di ritrovarti in un bagno a vomitare perché avevi bevuto troppo alcol, che è un’esperienza così comune che spesso la diamo quasi per scontata, hai avuto un’overdose di una droga. In questo caso, la droga è l’alcol, che ti ha fatto vomitare e magari ti ha obbligato ad andare in ospedale. E, naturalmente, c’è gente che muore per l’alcol.

Eppure, la gente continua a bere alcolici nonostante queste brutte esperienze e si spera che possa imparare la lezione per gestire al meglio il dosaggio di alcol. Certo, se bevi un bicchiere di vino, o mezzo, e sei un adulto in buona salute, non ti sentirai male. Si tratta di controllare le quantità. L’aspetto positivo della cannabis è che non proverai mai quegli effetti così pericolosi, non farai la fine di chi ha bevuto troppo alcol o assunto troppi oppioidi, solo per farti due esempi.

Detto questo, il modo migliore per evitare queste brutte esperienze è considerare il “set and setting”, ovvero la preparazione ed i preparativi. Se sei in un luogo che ti crea ansia o sei vicino a persone che ti mettono ansia (la cannabis aiuta ad alleviare l’ansia, ma tutto dipende dal dosaggio), puoi provare a scrivere una o due frasi sul luogo dove ti trovi, sulle persone che hai vicino e su quali sono le tue intenzioni. Perché sto consumando cannabis? Perché lo sto facendo in questo momento? Cosa voglio ottenere da questa sostanza? E così via, lasciando semplicemente che scorra tutto il processo.

Questi consigli valgono per chi si sta avvicinando alla cannabis per la prima volta. Io fumo molta erba, ma non per questo devo considerare tutti questi punti ogni volta che lo faccio. Ma se non conosci la cannabis o se hai avuto delle brutte esperienze e vuoi che le persone vedano i benefici di questa pianta, perché magari anche loro hanno vissuto delle brutte esperienza, devi considerare seriamente il dosaggio e come prepararti prima dell’uso. Solo così potrai gestire al meglio i suoi effetti.

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