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NOME AZIENDA: SNORKEL SPAIN, SL (a cui ci riferiremo come ROYAL QUEEN SEEDS)

C/ Vilar d'Abdelà, 5 (nave 1) CP: 08170 de Montornès del Vallès

+34 937 379 846

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(c) condurre ricerche ed analisi di mercato;

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Scopo della raccolta dei dati

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1.3 Servizio clienti e modulo di contatto

Al fine di fornire un supporto adeguato, i nostri dipendenti del servizio clienti hanno accesso alle informazioni relative all'account. In questo modo, il loro supporto sarà altamente professionale ed amichevole. I dati forniti nel nostro modulo di contatto vengono utilizzati dal nostro provider CRM, SuperOffice. Utilizzeremo i tuoi dati solo per rispondere ai tuoi messaggi.

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Se hai acquistato uno dei nostri prodotti, potremmo trattare i tuoi dati personali per scopi promozionali. Ciò si basa sul legittimo interesse di Royal Queen Seeds ad offrirti solo prodotti o servizi della nostra azienda, nonché prodotti o servizi simili ai prodotti o servizi che hai ordinato nel nostro negozio. Puoi esercitare il tuo diritto di rinunciare a messaggi futuri con i mezzi indicati nella presente informativa sulla privacy o tramite qualsiasi notifica che riceverai.

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Se violi i nostri termini di servizio o un'autorità giudiziaria dovesse richiederli, saremo autorizzati a divulgare le tue informazioni personali.

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Alla Royal Queen Seeds conserveremo i tuoi dati personali per un periodo di tempo non superiore a quello necessario agli scopi descritti nella presente informativa. A seconda dei dati, i tempi di conservazione potrebbero variare, ma normalmente non superano i 10 anni.

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By Steven Voser

Il boom del CBD ha fatto notizia in tutto il mondo. Sia che venga aggiunto ad un frullato, assunto come tintura orale o consumato sotto forma di caramelle gommose, si ritiene che il CBD offra diversi tipi di benefici per il benessere. Tuttavia, quando si tratta di determinare la sicurezza ed i meccanismi d'azione del cannabidiolo sul corpo umano, non basta ciò che affermano i rivenditori di CBD .

Di seguito, andremo ad esplorare le informazioni attuali sul profilo di sicurezza del CBD, sul meccanismo d'azione, sulla legalità ed altro ancora.


Il CBD è sicuro?

Il CBD viene spesso commercializzato come un composto sicuro e non tossico. In effetti, fino ad oggi, la maggior parte delle ricerche suggerisce che il CBD sia ben tollerato dalla maggior parte delle persone. Nella remota possibilità che possa causare effetti negativi, questi tendono ad essere abbastanza lievi e, tra i diversi sintomi, possiamo trovare la secchezza delle fauci e la diarrea. Il CBD può anche competere per il metabolismo con anticoagulanti o altri farmaci nel fegato e quindi influenzare l'emivita di questi farmaci, una reazione che consumatori ed operatori sanitari dovrebbero prendere in seria considerazione.

Allo stesso tempo, c'è ancora molto che non sappiamo sul CBD e sui meccanismi attraverso i quali agisce nel corpo. Quindi, per poter trarre conclusioni informate sulla sicurezza del composto e comprendere il suo funzionamento, sarà necessario condurre ulteriori ricerche.

Una crescita nell’interesse per i cannabinoidi ed i loro potenziali benefici, così come i cambiamenti nelle leggi sulla cannabis in varie regioni del mondo, ha dato origine ad un maggior numero di ricerche volte a comprendere la cannabis ed i suoi principali ingredienti attivi. In particolare, il CBD è stato al centro di numerosi studi preclinici e clinici. Ecco cosa questi studi[1] ci hanno insegnato finora sulla sicurezza del CBD:

  1. Gli studi sugli animali e studi clinici suggeriscono che il CBD sia generalmente ben tollerato e sicuro.
  2. Il CBD può causare effetti collaterali. I più comuni includono stanchezza, diarrea e variazioni nel peso/appetito. Altri effetti collaterali possono includere irritabilità e secchezza delle fauci.
  3. Il CBD può competere per il metabolismo degli enzimi epatici e, quindi, influenzare il metabolismo e l'emivita dei farmaci da prescrizione. Sono necessarie ulteriori ricerche su questa relazione per comprendere appieno la sicurezza del CBD e le interazioni tra i farmaci.

Il cannabidiolo crea dipendenza?

La ricerca mostra che la cannabis può indurre assuefazione e provocare dipendenza in certi consumatori. Il CBD non mostra però di possedere lo stesso potenziale di dipendenza. Ad oggi non esistono studi che suggeriscano che la cannabis ad alto CBD o gli integratori al CBD possano generare dipendenza. Di fatto, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che il CBD non mostra alcun potenziale di abuso e, di conseguenza, è stato rimosso da varie liste di sostanze controllate (in particolar modo da quella dell'Agenzia Mondiale Anti-Doping).

Inoltre, alcuni studi hanno fatto notizia in questi ultimi anni suggerendo che il CBD potrebbe in realtà aiutare le persone a superare la dipendenza da varie sostanze, compresi alcol e nicotina. Questi studi sono indubbiamente molto interessanti, ma sono ancora lontani dall'essere conclusivi e sono necessarie molte più ricerche per capire come il CBD (e la cannabis in generale) possano incidere sulla dipendenza di un individuo da una determinata sostanza.

Si può sviluppare tolleranza al CBD?

La scienza riguardante la tolleranza al CBD non è molto chiara. Molte fonti affermano che non sviluppa tolleranza, altre sostengono di sì ed altre ancora affermano perfino che il CBD potrebbe generare una “tolleranza inversa”, il che significa che, con il passare del tempo, dovresti assumerne una quantità inferiore rispetto a quando hai iniziato a consumarlo per ottenere lo stesso effetto. La verità, perlomeno allo stato attuale delle ricerche, è che semplicemente non lo sappiamo.

Pochi studi scientifici hanno esplorato in maniera esclusiva il potenziale del CBD di sviluppare una tolleranza. E anche se gran parte della ricerca che ha come oggetto il CBD per altri propositi afferma che il CBD è ben tollerato, ciò non è sufficiente per affermare in maniera conclusiva se si possa o meno sviluppare una tolleranza ad esso. Purtroppo, il CBD ha un meccanismo d'azione complesso che non comprendiamo ancora appieno, anche se il fatto che non si leghi ai recettori CB1 o CB2 suggerisce che non provochi la stessa tolleranza del THC. In risposta all'esposizione regolare al THC, le cellule cercano di autoregolarsi riducendo il numero di recettori CB1 disponibili a cui il THC potrà legarsi in futuro.

Nel frattempo, altre fonti suggeriscono che il CBD potrebbe generare una “tolleranza funzionale”, ovvero il nostro corpo potrebbe diventare meno sensibile agli effetti del CBD con il passare del tempo e, di conseguenza, potresti aver bisogno di assumerne dosi sempre più elevate. Questo sembra piuttosto plausibile, dato che molte sostanze (fra cui caffè, alcol e molte altre) hanno questo tipo di effetto. Sulla base delle attuali ricerche non siamo però in grado di dire con certezza se il CBD sviluppi tolleranza oppure no.

CBD Safe

Come viene utilizzato il CBD?

Il CBD viene comunemente utilizzato sotto forma di olio di CBD o tinture liquide (che vengono parzialmente assorbite attraverso le mucose della bocca e attraverso il tratto digestivo), sotto forma di caramelle gommose o altri edibili infusi (che vengono elaborati dal tratto digestivo e dal fegato) o come prodotti ad uso topico che agiscono direttamente sui recettori della pelle. Anche la vaporizzazione del CBD sta diventando sempre più popolare.

A differenza del THC, il CBD non sembra avere un'elevata affinità per i principali recettori dei cannabinoidi CB1 e CB2. Invece, si ritiene che agisca su una combinazione di:

  • Recettori della serotonina (5-HT1A)
  • Recettori della capsaicina (TRPV1)
  • Recettori gamma (PPAR)
  • Recettori orfani (GPR55)

Si ritiene che il CBD funzioni anche come inibitore della ricaptazione dei cannabinoidi endogeni 2AG e AEA[2], il che significa che può interrompere il loro metabolismo ed incrementare temporaneamente le concentrazioni nel cervello.

Questi meccanismi d'azione così diversi non fanno altro che contribuire alla complessità di poter fare affermazioni generali sulla relazione del CBD con il corpo e sulla sua sicurezza generale. Inoltre, diversi metodi di somministrazione possono fornire risultati distinti, poiché ciascuno varia in termini di biodisponibilità, insorgenza e durata degli effetti ed ingredienti.

È legale il CBD?

La popolarità del CBD è aumentata drammaticamente negli ultimi anni e, in molte regioni del mondo, i poteri legislativi si stanno adattando per regolamentare adeguatamente questo settore fiorente. Ovviamente, la legislazione sul CBD varia da un Paese all'altro. Di seguito, andremo a riassumere alcune delle più grandi mosse legislative riguardanti la legalità del CBD in Europa e in altre parti del mondo.

2018

L'OMS ha affermato che[3], in alcuni casi, il CBD è efficace nel trattamento dell'epilessia refrattaria (in particolare nei bambini) e che non ha alcun potenziale di abuso o dipendenza, quindi non andrebbe regolamentato allo stesso modo del THC. La riforma della politica agraria statunitense (Farm Bill) del 2018 ha esaminato[4] le aree grigie relative alla legalità del CBD negli Stati Uniti. Il disegno di legge ha confermato che la canapa (piante di cannabis con meno dello 0,3% di THC) ed i prodotti derivati dalla canapa sono legali, sebbene continua a considerare il THC come sostanza controllata di Tabella I ai sensi della legge federale.

2020

La Corte di Giustizia dell'Unione Europea (CGUE) ha dichiarato che il CBD non è considerato uno stupefacente ai sensi delle leggi europee sulle droghe[5] e che potrebbe essere qualificato come un “nuovo alimento”, dato che la forma in cui viene venduto soddisfa le normative dell'UE sulla sicurezza alimentare.

E per quanto riguarda il CBD nello sport?

A quanto pare, il CBD ha un'ampia varietà di potenziali applicazioni. E mentre molte di queste non sono state confermate o sono ancora in fase di studio, un crescente numero di atleti (sia professionisti che dilettanti) ha iniziato ad includere il CBD come parte della sua dieta e routine supplementare per aiutare con il recupero e l'allenamento. Poiché il CBD deriva dalla cannabis, una sostanza vietata dalle leggi antidoping mondiali, l'uso del composto da parte di atleti professionisti ha rapidamente sollevato discussioni tra le agenzie antidoping.

A partire dal 2018, l'Agenzia Mondiale Antidoping (AMA) ha rimosso il CBD dall'elenco delle sostanze proibite[6]. Tuttavia, altri cannabinoidi, come il THC, rimangono proibiti. Poiché i prodotti a base di CBD possono contenere tracce di THC che potrebbero potenzialmente innescare un test antidoping positivo, le agenzie antidoping come USADA e UKAD hanno messo in guardia sui rischi dell’uso del CBD da parte degli atleti professionisti.

Quali sono le maggiori preoccupazioni per quanto riguarda la sicurezza del CBD?

Molti poteri legislativi hanno concluso affermando che il CBD è generalmente sicuro, indipendentemente dal fatto che non abbiamo ancora compreso del tutto come agisce nel corpo. Tuttavia, ci sono ancora alcune vere preoccupazioni riguardo il CBD. Queste includono:

⚖️ Affidabilità

Sebbene il CBD venga spesso commercializzato come integratore per il benessere, la maggior parte dei prodotti a base di CBD non viene controllata rigorosamente come altri integratori o farmaci. Il motivo è perché solitamente i poteri legislativi non considerano il CBD come medicinale o integratore. Ad esempio, negli Stati Uniti l'unico farmaco a base di CBD approvato dalla FDA è l'Epidiolex, che può essere prescritto per il trattamento di rare forme di epilessia resistente al trattamento. D’altro canto, nell'UE il CBD è considerato un “nuovo alimento”, quindi non è testato o regolamentato allo stesso modo di farmaci o integratori e non è accettato per uso terapeutico.

⚗️ Complessità chimica

La cannabis è una pianta estremamente complessa che contiene quasi 500 composti chimici differenti. Ognuno ha modi unici e complessi di interagire con il corpo, nonché il potenziale per sinergizzare con altri composti e produrre reazioni distinte (una teoria nota come effetto entourage). I prodotti di CBD possono contenere concentrazioni variabili di questi composti, il che non fa che aumentare la difficoltà di comprendere il modo in cui questi prodotti possono agire nel corpo.

? Test antidroga

Inoltre, il fatto che i prodotti CBD possano contenere tracce di THC ed altri cannabinoidi può rivelarsi problematico per chiunque sia soggetto a test antidroga. La maggior parte dei prodotti a base di CBD legale non dovrebbe contenere abbastanza THC per innescare un risultato positivo, ma potrebbe comunque succedere.

? Prodotti del mercato nero

I prodotti di CBD del mercato nero vengono venduti in varie parti del mondo. Questi prodotti non sono soggetti a test o controlli di qualità, quindi sconsigliamo di acquistare CBD per strada o da qualsiasi altra fonte inaffidabile.

CBD e bambini: Lo stato attuale della ricerca scientifica

Il CBD è spesso pubblicizzato come una sorta di panacea, anche per i bambini. Quando si valuta se un farmaco sia sicuro, specialmente per l’uso da parte dei bambini, è importante evitare qualsiasi retorica e dare uno sguardo imparziale alla ricerca scientifica.

  • Epilessia resistente al trattamento: Il caso di Charlotte Figi

Il caso di Charlotte Figi è citato spesso quando si parla di CBD per i bambini e per buone ragioni. Charlotte Figi soffriva della sindrome di Dravet, una grave forma di epilessia, e subiva circa 300 attacchi convulsivi a settimana. Dopo aver provato innumerevoli farmaci con scarsi risultati, si è scoperto che un estratto ricco di CBD, poi soprannominato Charlotte’s Web, riduceva le sue convulsioni a 0–1 a settimana ed ha consentito di interrompere la somministrazione di tutti gli altri farmaci. Ma questo è solo un singolo caso.

Nel 2018, Lattanzi et al. ha condotto una revisione e meta-analisi[7] sull’efficacia del CBD in relazione alla sindrome di Dravet ed alla sindrome di Lennox-Gastaut. Si sono esaminati i casi di 550 singoli partecipanti, rilevando una potenziale efficacia del CBD in casi che si dimostravano resistenti ai trattamenti convenzionali.

Nel 2019, Silvestro et al. ha condotto una ricerca simile[8], focalizzata in particolare su neonati, bambini ed adolescenti con epilessia resistente ai trattamenti. I risultati hanno rilevato differenze statisticamente significative tra il gruppo a cui è stato somministrato il CBD ed i soggetti del gruppo di controllo. Allo stesso modo, si sono rilevati scarsi effetti avversi.

Il CBD è sicuro per i bambini?

Il CBD è sicuro per i bambini? È difficile rispondere univocamente a questa domanda poiché non sappiamo ancora abbastanza sul CBD.

  • Possiamo dare il CBD ai bambini?

È sempre meglio essere molto cauti quando si somministrano farmaci ai bambini. Ad esempio, la FDA sconsiglia l’uso del CBD da parte di donne in gravidanza o in allattamento perché i suoi effetti sui bambini sono tuttora sconosciuti. Allo stesso modo, somministrarlo direttamente a neonati e bambini può avere effetti sconosciuti.

D’altra parte, Epidiolex, un farmaco a base di CBD, è oggi autorizzato in numerosi Paesi per la somministrazione a bambini con epilessia grave e resistente ai farmaci. È quindi possibile che ci siano alcuni casi in cui il CBD potrebbe risultare adatto ai bambini.

È un argomento incredibilmente difficile. Non siamo in grado di raccomandare a nessuno di somministrare CBD ai bambini, poiché le evidenze scientifiche non sono conclusive ed il suo profilo di sicurezza non è ancora determinato con precisione.

Detto questo, la decisione finale spetta al genitore o al tutore. Valutare la situazione in modo obiettivo è fondamentale: se un bambino soffre di una condizione grave e resistente ai trattamenti convenzionali, potrebbe valere la pena di parlare con il proprio medico del CBD.

Qual è il futuro del CBD?

La richiesta di CBD è cresciuta esponenzialmente negli ultimi anni. E mentre ci sono chiare sfide per regolare correttamente il CBD e garantire la sicurezza e l'affidabilità di tutti i suoi prodotti, probabilmente vedremo questi problemi risolti man mano che aumenterà la nostra comprensione su questo cannabinoide complesso.