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By Max Sargent


C’è di più nell’erba oltre al THC. In realtà, c’è di più nell’erba oltre ai cannabinoidi. Gli effetti che si provano con l’uso della cannabis, fumata, vaporizzataod ingerita in diversi modi, sono il risultato di un’intricata danza tra una miriade di composti con relazioni sinergiche fra loro. Molti di questi composti sono ancora poco conosciuti.

Se però si acquista cannabis legalmente (o, chissà, dal miglior fornitore di sempre), il contenuto di cannabinoidi attivi totali (TAC) dovrebbe essere visualizzato sull’etichetta del prodotto. Se sai che tipo di sballo ti piace, affinare varietà o derivati della cannabis utilizzando i tuoi composti preferiti è un ottimo modo per massimizzare la tua esperienza. E diventa ancora più importante per chi si considera un utilizzatore per scopi medici, poiché alcuni composti e proporzioni possono essere più adatti di altri ad alleviare sintomi specifici.

In definitiva, indipendentemente da quale tipo di consumatore tu sia, conoscere il TAC del tuo prodotto può migliorare enormemente la tua esperienza.

Cos’è il TAC?

TAC, nella terminologia dell’erba, si riferisce ai cannabinoidi attivi totali, cioè alla quantità di cannabinoidi rilevabile in un prodotto a base di cannabis che in qualche modo influenzerà i suoi effetti psicoattivi o complessivi. Questa è una relazione sinergica nota come “effetto entourage”. A volte espresse nel contesto di TAC rispetto al THC, le due cose non sono in contrasto, ma piuttosto si migliorano a vicenda.

L’effetto entourage è attualmente poco compreso, al punto che la sua esistenza non è nemmeno certa. Tuttavia, la ricerca indica come probabilmente si tratti di un fenomeno reale.

In ogni caso, si ipotizza che la miriade di cannabinoidi (ed altri composti) presenti in alcuni ceppi lavorino insieme per determinare gli effetti finali. Ma non è così semplice come dire che una quantità X di THC produca necessariamente un effetto Y. Nell’esempio più noto dell’effetto entourage, il CBD ha dimostrato di contrastare alcuni degli effetti psicotropi del THC. Quindi, avvicinandosi ad un rapporto CBD/THC 1:1, alcuni effetti negativi del THC, come la paranoia e il battito cardiaco accelerato, possono essere ridotti.

Questo è un esempio che coinvolge solo due cannabinoidi, ma potrebbe esserci un numero enorme di molecole diverse che interagiscono direttamente ed indirettamente all’interno del nostro corpo, influenzando l’effetto complessivo della cannabis.

Cos’è il TAC?

TAC (cannabinoidi attivi totali) e TAC (conteggio aerobico totale)

Per quanto riguarda la cannabis, la sigla TAC può anche riferirsi al “conteggio aerobico totale”. Questo è il termine industriale usato in tutto il settore agricolo per descrivere il contenuto microbico totale di un prodotto.

Le coltivazioni commerciali di cannabis devono spesso portare la propria cannabis ad eseguire il test TAC prima che venga immessa sul mercato. Questa però non è una pratica particolarmente illuminante, ed il suo uso è piuttosto limitato.

Sebbene possa dirti quale sia il contenuto microbico, il conteggio aerobico totale non può indicare se quei microbi siano patogeni o benefici. Ad esempio, molti coltivatori di cannabis usano Bacillus subtilis, un fungicida batterico organico, per proteggere le loro piante. Di conseguenza, il prodotto finale potrebbe avere un alto numero di TAC nonostante non presenti rischi per la salute dei suoi utilizzatori. Allo stesso modo, un basso numero di TAC non indica necessariamente una bassa presenza di microbi patogeni.

Per i consumatori questo è poco importante, poiché è improbabile che il conteggio aerobico totale sia reso noto sul prodotto finale. Conoscere la quantità di cannabinoidi attivi totali potrebbe invece risultare più utile.

Quali cannabinoidi sono contenuti nell’erba?

Ci sono 113 cannabinoidi conosciuti prodotti dalla pianta di cannabis. Tecnicamente, questi sono chiamati fitocannabinoidi, con il prefisso “fito” che indica la loro provenienza dalle piante.

Di questi 113 fitocannabinoidi, i due più abbondanti (e famosi) sono il delta-9-tetraidrocannabinolo (THC) ed il cannabidiolo (CBD). Ma ne esistono molti, molti di più. Il primo cannabinoide che si forma nella pianta di cannabis è l’acido cannabigerolico (CBGA). È dal CBGA che vengono prodotti tutti gli altri cannabinoidi.

Sebbene la ricerca in questo contesto sia molto limitata, esistono alcuni cannabinoidi minori che hanno attirato l’attenzione dei ricercatori e dei consumatori di cannabis:

Acido tetraidrocannabinolico (THCA)
È il precursore del THC, che deve passare attraverso la decarbossilazione (riscaldamento) per diventare attivo. Gran parte di questo processo accade quando la cannabis viene fumata, vaporizzata o comunque sufficientemente riscaldata.
Cannabinolo (CBN)
Quando il THC si degrada, diventa CBN. Sono in corso ricerche sui potenziali effetti del CBN sul sonno.
Cannabicromene (CBC)
Non è così ben compreso come altri cannabinoidi, ma sembra avere una forte affinità per i recettori CB2, mentre il THC possiede una maggiore affinità per i recettori CB1. La ricerca suggerisce che la combinazione dei due potrebbe portare a risultati più completi grazie all’effetto entourage.
Cannabidivarina (CBDV)
Questo composto non è abbondante nella maggior parte dei ceppi di cannabis disponibili in commercio, ma è più comune nelle varietà indica autoctone e spontanee dell’Asia centrale. Ha una struttura chimica simile al CBD e si pensa che produca effetti simili.

Altri composti della cannabis degni di nota

I cannabinoidi non sono gli unici composti che giocano un ruolo nell’effetto entourage. Anche i terpeni, i flavonoidi e gli acidi grassi svolgono una propria azione.

Ciò potrebbe sorprendere ma, in realtà, gli effetti sul nostro organismo della maggior parte delle sostanze possono essere significativamente alterati, ad esempio inibendo un enzima o producendo maggiori quantità di un certo neurotrasmettitore.

Prendi l’ayahuasca come esempio. Il composto chimico attivo, quello che causa lo sballo, è la DMT. Ma la DMT di solito non può raggiungere il cervello a causa della presenza della monoammino ossidasi (MAO), un enzima. Tuttavia, nella miscela di ayahuasca è contenuto un inibitore MAO. Con l’inibizione di quell’enzima, il nostro corpo è in grado di digerire la DMT in modo che attraversi la barriera emato-encefalica.

Questo è solo un esempio di come qualcosa senza effetti psicoattivi possa costituire un pezzo essenziale del puzzle psicotropo generale.

  • Terpeni

I terpeni sono composti che conferiscono alla cannabis i suoi caratteristici profumi e sapori. Queste molecole aromatiche non si trovano solo nella pianta di cannabis, ma anche nella maggior parte delle piante. I terpeni possono essere trasformati in oli essenziali e in una miriade di altri prodotti dall’odore gradevole. Oltre ad essere responsabili dell’odore caratteristico della cannabis, i terpeni producono anche i profumi di una pineta, l’aroma dei limoni, del rosmarino e così via.

Una volta si pensava che i terpeni esercitassero i loro effetti sulle persone solo con il loro odore, e che odori diversi esercitassero lievi effetti sull’umore. È invece ormai noto che alcuni terpeni interagiscano direttamente con il nostro organismo, anche attraverso il sistema endocannabinoide. Il beta-cariofillene, ad esempio, attiva i recettori CB2 nel sistema immunitario.

Esistono centinaia di terpeni, ma alcuni dei più diffusi nella cannabis sono i seguenti:

Pinene Come suggerisce il nome, il pinene emana quel profumo legnoso di linfa e pino. Si pensa che sia uno dei terpeni più energizzanti.
Linalolo Emana un profumo floreale e produce un effetto lenitivo. Si trova anche nella lavanda.
Limonene Se hai annusato molta erba, conosci già l’intenso profumo del limonene. Questo, come suggerisce il nome, è il terpene che conferisce alla cannabis quel potente sapore agrumato.
Eucaliptolo Emana lo stesso profumo fresco dell’eucalipto ed agisce come antiossidante.
  • Flavonoidi

I flavonoidi si trovano nella maggior parte delle piante, dove tendono a svolgere il ruolo di pigmenti. Se consumati nel cibo, hanno effetti antiossidanti ed una miriade di altri benefici. Tuttavia, l’azione dei flavonoidi contenuti nella cannabis, ed in particolare nel suo fumo, resta poco compresa. Mangiare qualcosa è molto diverso dal bruciarla!

Detto questo, sembra che i flavonoidi interagiscano con il sistema endocannabinoide in una certa misura. Anche se questo fosse vero, è ancora presto per conoscere esattamente quale influenza abbiano i flavonoidi sull’effetto entourage, anche se è molto probabile che possano influenzarne i risultati.

  • Acidi grassi

La cannabis contiene una serie di acidi grassi. Anch’essi sono stati finora poco studiati, ma la ricerca preliminare suggerisce che anche gli acidi grassi possano interagire con il sistema endocannabinoide. Facilitando il legame del 2-AG con i recettori CB1 e CB2, si pensa che possano svolgere un potenziale ruolo nell’effetto entourage.

TAC nella cannabis: Conclusioni

In breve, risulta chiaro che gli effetti complessivi della cannabis non siano generati solo da due potenti cannabinoidi. Che tu voglia sballarti oppure goderti una forma di cannabis non psicotropa, ci sono potenzialmente centinaia di molecole diverse che lavorano insieme per definire con precisione la tua esperienza.

A cosa ti può servire questo? Bene, se sei in grado di determinare il TAC dei ceppi o dei prodotti derivati dalla cannabis prima del tuo acquisto, risulterà più facile ottenere l’effetto desiderato e limitare gli effetti che non ti piacciono.

Naturalmente, anche se vivi da qualche parte dove la cannabis è legale ed i produttori indicano il TAC, questa informazione non ti permetterà comunque di sapere quali siano tutti i composti che si trovano lì dentro. Ma dovresti in questo modo riuscire a conoscere il contenuto dei principali cannabinoidi e forse anche di alcuni terpeni.

Andando avanti con la ricerca, è probabile che scopriremo di più sui ruoli che giocano questi diversi composti. In effetti, questo è esattamente ciò che stiamo facendo noi di Royal Queen Seeds. RQS Pro è una nuova iniziativa che ha lo scopo di condurre ricerche all’avanguardia sulla cannabis e sui suoi componenti. Nel corso del tempo arriveremo ad avere una maggiore comprensione di tutti i loro diversi effetti e di come sfruttarli al meglio. Comprendendo pienamente i diversi composti presenti nella cannabis, saremo in grado di selezionare un’incredibile gamma di varietà diverse e con precise proporzioni fra i loro diversi componenti. Qualunque cosa tu vorrai, probabilmente l’avremo.

External Resources:
  1. The Case for the Entourage Effect and Conventional Breeding of Clinical Cannabis: No "Strain," No Gain - PubMed https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov
  2. A tale of two cannabinoids: the therapeutic rationale for combining tetrahydrocannabinol and cannabidiol - PubMed https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov
  3. Synthesis and pharmacological effects in mice of halogenated cannabinol derivatives - PubMed https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov
  4. Cannabichromene is a cannabinoid CB 2 receptor agonist - PubMed https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov
  5. Interactions of flavonoids and other phytochemicals with adenosine receptors - PubMed https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov
  6. An entourage effect: inactive endogenous fatty acid glycerol esters enhance 2-arachidonoyl-glycerol cannabinoid activity - PubMed https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov
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