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Coltivazione di cannabis in terra vs idroponica
Che stiate per coltivare cannabis per la prima volta o abbiate anni di esperienza alle spalle, conoscere le differenze principali tra terreno ed idroponica può essere d'aiuto. Potete ottenere risultati eccellenti usando entrambe le tecniche, ma quando si tratta di concimazione e gestione le differenze saltano agli occhi. Ecco cosa c’è da sapere.
Indice:
La cannabis può essere coltivata in diversi modi. Tuttavia, nonostante le varie opzioni disponibili, tutte le tecniche rientrano in una di queste due categorie: terra o idroponica. Entrambi i metodi di coltivazione sono in grado di produrre piante di cannabis sane e produttive, ma richiedono procedure di gestione ed attrezzature diverse.
Nelle coltivazioni in terra, le radici della cannabis ricevono tutti i nutrienti dalla materia organica e dai minerali del terreno, con l’aiuto dei microrganismi e della rete alimentare del suolo. Al contrario, le radici delle piante coltivate idroponicamente crescono sospese nell’aria o nell’acqua, ricevendo i nutrienti più importanti attraverso concimi liquidi applicati a ritmi costanti o intermittenti.
Le tecniche idroponiche sono spesso considerate un’invenzione dell’era moderna, ma questa forma di agricoltura risale ai giardini pensili di Babilonia e ai giardini galleggianti della Cina. A volte, i puristi della coltura in terra disprezzano i sistemi idroponici perché li considerano un metodo di coltivazione innaturale, dove le piante di cannabis non potranno mai raggiungere il loro pieno potenziale. Tuttavia, sia la coltivazione idroponica che quella in terra possono dare gli stessi risultati in termini di qualità, nonostante le loro differenze. Il prodotto finale dipende dalla precisione con cui vengono soddisfatti i requisiti ambientali, nutrizionali e luminosi delle piante e dalla scelta delle genetiche da usare nel proprio impianto.
“Coltivazione in terra” e “coltivazione idroponica” sono termini generici usati per indicare una gamma più ampia di tecniche colturali. La coltivazione in terra comprende le colture outdoor in suolo e quelle in vaso indoor ed outdoor, nonché le diverse scuole di pensiero e le pratiche agronomiche come “no-till” (coltivare senza aver previamente lavorato il terreno), “hugelkultur” (tecnica di coltivazione che fa uso di aiuole rialzate) e molte altre ancora. Anche i coltivatori idroponici hanno una gamma di opzioni tra cui scegliere, tra cui “deep water culture” (DWC), “flusso e riflusso”, “bubbleponics”, “aeroponica” ed altre ancora.
Differenze tra coltivazione di cannabis in terra ed idroponica
Qui di seguito approfondiremo le differenze tra le colture in suolo e quelle idroponiche. Confronteremo i substrati di coltivazione, l’ambiente, i nutrienti, la qualità, le difficoltà e tutto ciò che c'è da sapere.
Germinazione, trapianto e raccolta
⇢ Germinazione
Tutte le coltivazioni di cannabis (tranne quelle composte da talee) iniziano con la germinazione dei semi. I coltivatori idroponici e quelli che usano la terra possono far germinare i semi nello stesso modo o usare tecniche specifiche a seconda del metodo di coltivazione.
I coltivatori di entrambe le discipline possono utilizzare il metodo del bicchiere d’acqua o del tovagliolo di carta inumidito per far germinare i semi prima di spostarli in un vaso di terriccio o un vaso a rete con substrato inerte.
Chi coltiva in terra ha la possibilità di seminare direttamente nei vasi finali, in aiuole rialzate o in blocchetti di germinazione da trapiantare in seguito. Invece, molti coltivatori idroponici preferiscono usare i cubetti di lana di roccia per la germinazione, in quanto si adattano bene ai vasi a rete e facilitano il lavoro nelle colture idroponiche.
⇢ Trapianto
Una volta germinate, le piante coltivate idroponicamente vengono normalmente lasciate nello stesso vaso a rete e nello stesso sistema idroponico per tutta la durata del loro ciclo di crescita. Chi coltiva in terra, invece, preferisce realizzare più trapianti, a seconda delle preferenze. Alcuni piantano i semi direttamente nella loro “casa” finale, mentre altri trapiantano le piante in vasi sempre più grandi per consentire al loro apparato radicale di crescere in uno spazio più ampio.
⇢ Raccolta
Non ci sono grandi differenze tra un raccolto proveniente da una coltura in terra e quello di una coltura idroponica. In entrambi i casi, i coltivatori possono optare per trimmare le cime “a secco” o “ad umido” e devono assicurarsi che le cime siano ben essiccate e conciate prima di consumarle.
Substrato di coltura
Il substrato rappresenta una delle principali differenze tra la coltivazione idroponica e quella in terra. Il termine “substrato” si riferisce al materiale usato per sostenere la vita di una pianta.
Come suggerito dal nome stesso, la coltivazione in terra sfrutta il terreno per fornire i nutrienti vitali alle piante di cannabis. Le radici assorbono macro e micronutrienti attraverso il processo di diffusione. Alcuni coltivatori che usano la terra somministrano fertilizzanti sintetici affinché le piante possano assorbirli istantaneamente, altri preferiscono fare affidamento sulla materia organica presente nel suolo. Con il passare del tempo, i microrganismi del suolo aiutano a sbloccare le sostanze nutritive presenti nella materia organica, rendendole disponibili alle piante.
Invece, nelle colture idroponiche, è l’acqua a fungere da substrato nutritivo. Tuttavia, per rimanere in posizione verticale nei loro vasi a rete, le piante necessitano anche di un supporto strutturale nell’area tra la zona delle radici ed il gambo. I coltivatori sono soliti usare substrati come lana di roccia, fibra di cocco o argilla espansa a questo scopo. Invece, nella terra, le radici sono esposte costantemente o in modo intermittente ad una soluzione contenente tutte le sostanze nutritive necessarie per mantenere una crescita sana e forte.
In alcuni sistemi idroponici, come il DWC, le radici sono costantemente immerse in acqua e ricevono un apporto costante di ossigeno grazie alla presenza di pietre porose per acquari. Altri metodi, come il flusso e riflusso, bagnano solo periodicamente le radici in una soluzione concimante, consentendo loro di respirare tra un “pasto” e l’altro.
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Concimazione: Micronutrienti e macronutrienti
Le piante di cannabis richiedono minerali ed elementi specifici per crescere e sopravvivere. Queste sostanze rientrano in due grandi categorie: macronutrienti e micronutrienti.
Come suggerisce il nome, i macronutrienti sono necessari in quantità maggiori e i tre più importanti per la cannabis sono azoto, potassio e fosforo (NPK). Sebbene vitali in tutte le fasi della crescita, la domanda della pianta di cannabis per ogni nutriente cambia durante il suo ciclo di crescita. Ad esempio, le piante in fase vegetativa richiedono più azoto, mentre in fase di fioritura richiedono maggiori quantità di fosforo.
I micronutrienti aiutano anche le piante a soddisfare i principali processi fisiologici, ma sono richiesti in quantità minori. Tra questi troviamo boro, zinco, manganese, ferro, rame, molibdeno e cloro.
Sebbene le piante di cannabis richiedano sempre gli stessi nutrienti, a prescindere che crescano in terra o in impianti idroponici, la forma, la quantità ed il modo in cui queste sostanze nutritive vengono somministrate variano, a volte anche in modo significativo.
⇢ Terreno
Chi coltiva in terra può usare diversi metodi per concimare le piante. Alcuni usano come fonte di nutrimento solo materia organica: letame, paglia, trucioli di legno, compost ed altro ancora. Questi materiali si decompongono lentamente nel terreno, fornendo un ampio spettro di nutrienti. Sebbene sia un’opzione efficace ed ecosostenibile, la materia organica non contiene sostanze nutritive immediatamente disponibili per le piante. Quindi, è essenziale iniziare con un terreno di alta qualità quando si usa questo metodo di coltivazione.
Altri coltivatori adottano tecniche come l’agricoltura naturale coreana (KNF) per creare fermenti vegetali da applicare come spray fogliari o direttamente sulla terra alla base delle piante, garantendo un ampio spettro di minerali.
Molte persone che coltivano in terra scelgono di seguire la via sintetica, ovvero usare fertilizzanti chimici liquidi o in polvere sia per la fase vegetativa che per quella di fioritura. Questi prodotti forniscono nutrienti a cessione immediata per le piante e vengono somministrati secondo programmi specifici.
⇢ Idroponica
Quando si tratta di fornire la corretta quantità di nutrienti alle piante, anche i coltivatori idroponici hanno diverse opzioni, sia naturali che sintetiche.
La maggior parte dei coltivatori idroponici usa prodotti confezionati in bottiglia già formulati con quantità ottimali di nutrienti. In caso di eccessiva o scarsa concimazione, i coltivatori che usano la terra possono scamparla facilmente, mentre i coltivatori idroponici non possono permettersi errori. A parte le minime quantità di minerali, la sola acqua non contiene di per sé i nutrienti di cui hanno bisogno le piante. Tuttavia, non tutti i coltivatori idroponici si affidano interamente ai fertilizzanti commerciali. Alcuni usano il letame di pesce come fonte di nutrimento. L’acquaponica, una forma di coltivazione idroponica, impiega serbatoi con pesci vivi collegati all’impianto di irrigazione per distribuire il letame direttamente sulle radici delle piante.
Se da una parte i coltivatori che usano la terra aggiungono materia organica e fertilizzanti liquidi nel terreno (o sulle foglie), i coltivatori idroponici somministrano le formule nutritive in un serbatoio. I sistemi idroponici più elementari, come il metodo Kratky, comportano l'uso di un solo contenitore in cui vengono versate le sostanze nutritive. Tuttavia, i metodi come il DWC con ricircolo richiedono l’aggiunta delle sostanze nutritive in un serbatoio esterno. Sarà una pompa a distribuire la soluzione alle piante attraverso una rete di tubi.
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Ambiente di crescita
Nonostante le loro differenze, sia le piante di cannabis coltivate in terra che quelle in impianti idroponici richiedono le stesse condizioni ambientali, esigendo determinati intervalli di umidità relativa e temperatura durante lo stadio di plantula, la fase vegetativa e quella di fioritura. A parte i parametri specifici per ogni fase, le piante coltivate in terra o idroponicamente possono crescere bene sia indoor che outdoor.
⇢ Indoor
La coltivazione indoor offre un controllo quasi completo sui parametri ambientali, incluse l’illuminazione e l’irrigazione. Anche i coltivatori indoor che usano gli impianti idroponici o il terriccio corrono meno rischi di parassiti se vengono adottate tecniche di lotta integrata, come zanzariere e buone procedure igieniche. Detto questo, le piante coltivate in terra corrono sempre maggiori rischi di essere attaccate dai parassiti, indipendentemente dall’ambiente in cui crescono. Inoltre, i coltivatori che usano la fibra di cocco come substrato strutturale possono essere vittime di parassiti specifici del cocco.
⇢ Outdoor
Sia le piante idroponiche che quelle coltivate in terra possono crescere perfettamente outdoor. In questo ambiente i coltivatori devono affrontare maggiori sfide, come le condizioni meteorologiche avverse, i parassiti e le malattie. Anche i coltivatori idroponici possono avere dei problemi con i loro serbatoi, che durante le ondate di caldo potrebbero scaldarsi eccessivamente. Tuttavia, un telo ombreggiante ed una posizione parzialmente all'ombra possono aiutare a compensare questo problema.
La maggior parte dei coltivatori outdoor sceglie di usare il terreno, in quanto substrato generalmente gratuito e sufficientemente ampio per soddisfare la crescita delle piante. Tuttavia, coltivare in vaso usando terra o impianti idroponici può essere una buona opzione se avete poco spazio o un giardino asfaltato o con ghiaia.
Cannabis idroponica e in terra: Quale scegliere?
Adesso che avete più familiarità con le differenze e le somiglianze tra coltivazioni in terra ed idroponiche, approfondiamo l’argomento per scegliere con criterio un metodo piuttosto che un altro. Qui di seguito affronteremo le differenze di costi, spazio, difficoltà e qualità delle cime. Alla fine di questa sezione sarete in grado di prendere una decisione ponderata su quale metodo di coltivazione adottare.
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Costi
I costi di una coltivazione di cannabis dipendono da una miriade di diverse variabili. Ad esempio, se si segue un metodo no-till, i costi saranno maggiori rispetto a coltivare una singola pianta con il metodo Kratky, perché alla fine di ogni stagione bisognerà coprire una vasta area di terreno con il compost. Il prezzo della coltivazione di una singola pianta nel terreno varierà anche a seconda che cresca indoor o outdoor (a causa dei costi di un armadio di coltivazione indoor, dell’illuminazione e di altri investimenti).
Invece, se volete coltivare solo un paio di piante, la coltivazione outdoor in terra o in vasi con terriccio sarà l’opzione più economica. Tuttavia, potete risparmiare un sacco di soldi coltivando idroponicamente usando il metodo Kratky all’aperto (in quanto non richiede pompe elettriche). I sistemi idroponici più complessi costano un po’ di più. Ad esempio, i sistemi DWC richiedono elettricità per alimentare la pietra porosa e i sistemi di flusso e riflusso richiedono un serbatoio esterno ed una pompa ad aria per spingere la soluzione concimante in tutto l’impianto.
Partiamo dalla premessa che i costi della coltivazione indoor saranno inevitabilmente più alti. Tuttavia, questo investimento ha senso se avete una stagione colturale breve e fredda o se volete passare inosservati coltivando con discrezione. Le coltivazioni indoor in terra con un sistema Kratky o DWC richiedono investimenti iniziali piuttosto contenuti, ma le cose diventano più costose quando si opta per sistemi idroponici più complessi, come il DWC a ricircolo, che richiedono più tubi, vasi singoli, pompe ed un serbatoio esterno.
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Spazio
Sia le coltivazioni idroponiche che quelle in terra possono essere ridimensionate per adattarsi agli spazi ristretti (sebbene non tutti i metodi consentano la microcoltivazione). Potete coltivare con successo in piccoli vasi o secchi indoor usando il terriccio o il metodo Kratky. Ma i sistemi idroponici più grandi possono comportare alcuni problemi. Se coltivate in spazi indoor più ampi, avete la possibilità di installare sistemi idroponici più complessi con serbatoi esterni (spazio che probabilmente non vi servirà se coltivate solo un paio di piante in terra).
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Difficoltà
Se non avete alcuna esperienza o se avete coltivato qualche ortaggio in passato, coltivare in terra rimane il metodo più consigliato. È piuttosto intuitivo e tutti possiamo piantare un seme nel terreno. Inoltre, la maggior parte dei terricci di alta qualità offre un alto margine di errore quando si tratta di fertilizzanti e programmi di concimazione.
Il metodo Kratky e quello DWC rappresentano il punto di partenza più semplice per i coltivatori idroponici principianti. Questi sistemi sono compatti, essenziali ed occupano poco spazio. La possibilità di usare solo le formule confezionate in bottiglia facilita la concimazione.
I complessi sistemi idroponici sono più difficili della coltivazione in terra. La scelta dell'impianto e la sua corretta configurazione richiedono una ricerca approfondita. Inoltre, dovrete controllare costantemente il sistema durante la coltivazione, pulirlo e ripararlo tra una coltura e l’altra.
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Velocità
In genere, le piante idroponiche crescono più velocemente di quelle coltivate in terra. Queste ultime si basano sull’attività biologica della vita del sottosuolo, dove i microrganismi elaborano i nutrienti liberandoli nel terreno e rendendoli assimilabili dalle radici. Sebbene l’aggiunta di fertilizzanti sintetici acceleri il processo, il terreno funge comunque da cuscinetto e non tutti questi input rimangono molto a lungo nella rizosfera (zona attorno alle radici). Al contrario, i fertilizzanti idroponici sono costantemente o frequentemente disponibili per le radici delle piante e confinati in uno spazio prestabilito, con conseguente crescita più rapida durante la fase vegetativa.
Pertanto, se puntate ad ottenere raccolti nel minor tempo possibile da una varietà fotoperiodica, sarebbe meglio optare per l’idroponica. Tuttavia, potete optare per le genetiche autofiorenti, che iniziano a fiorire dopo poche settimane di crescita vegetativa, indipendentemente dal fatto che usiate la terra o gli impianti idroponici.
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Rese
Le rese finali di una coltura idroponica o in terra dipendono da diverse variabili. Coltivare genetiche di cannabis autofiorenti in un piccolo vaso di terra produrrà meno rispetto ad un grande sistema idroponico che ospita enormi piante sativa. Allo stesso modo, un piccolo contenitore Kratky non produrrà gli stessi raccolti di una pianta coltivata direttamente in un terreno fertile all’aria aperta.
Tuttavia, molti coltivatori esperti in cannabis idroponica ritengono di ottenere maggiori raccolti da questo metodo rispetto alle colture in terra, a parità di condizioni ambientali. Le piante idroponiche tendono a mostrare una crescita più rapida e vigorosa durante la fase vegetativa, il che si traduce in un maggior numero di siti per le cime. Combinate questo con una varietà geneticamente predisposta a produrre cime grandi e pesanti e vi ritroverete a raccogliere abbondanti quantità di cime ogni volta.
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Qualità
Le piante di cannabis possono produrre un’erba di alta o bassa qualità a prescindere che vengano coltivate in terra o in sistemi idroponici. Ancora una volta, la qualità della cannabis dipende sicuramente dal substrato di coltura, ma è soprattutto la genetica e la gestione delle piante a fare la differenza. Questi fattori hanno un’influenza maggiore sulla qualità del prodotto finale. L’ambiente, ovvero indoor rispetto ad outdoor, incide enormemente su fattori come la produzione di terpeni e cannabinoidi a causa della potenziale influenza dei raggi UV sulla biosintesi di questi composti.
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Consumo d’acqua
Contrariamente alle aspettative, gli impianti idroponici usano fino al 90% in meno di acqua rispetto alle colture in terra. Alcuni sistemi idroponici mettono in ricircolo l’acqua, mentre altri ospitano una piccola scorta in un unico contenitore durante l’intera coltivazione. Sebbene alcuni sistemi richiedano qualche rabbocco d’acqua di tanto in tanto, i coltivatori finiscono per consumare molta meno acqua rispetto alle coltivazioni in terra, dove il deflusso dell’acqua è il principale responsabile degli sprechi.
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Minaccia dei parassiti
Se coltivate outdoor, le piante sono più esposte agli attacchi dei parassiti, a prescindere che vengano coltivate idroponicamente o in terra. Indoor, le piante coltivate in terra sono ancora soggette a problemi di parassiti (ad esempio, portare in una coltivazione indoor un terreno usato all’esterno può introdurre uova e parassiti vivi nell’ambiente di crescita). Anche le piante coltivate indoor idroponicamente possono essere attaccate dai parassiti, ma è meno probabile che cadano preda di un’infestazione.
Queste varietà sono un ottimo punto per iniziare
Che tu scelga la terra o l'idroponica, entrambe sono in grado di produrre cannabis di alta qualità. Tuttavia, se sei insicuro sulla varietà con cui iniziare, abbiamo un suggerimento per i principianti di entrambi i metodi.
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Terra
La terra è il substrato di coltura tradizionale che ha servito i coltivatori per secoli. Come abbiamo già accennato, la terra può essere un po' difficile da gestire, specialmente se è la prima volta che coltivi la cannabis. Tenendo questo in mente, abbiamo scelto una varietà che perdona i piccoli errori più di altre.
Somango XL
Questa bellezza gustosa beneficia delle genetiche a predominanza indica e può essere raccolta in appena nove settimane. Non è solamente un periodo di tempo minore in cui potrebbero avvenire errori, ma Somango XL è considerata ideale sia per i principianti che per i coltivatori esperti. La sua resistenza consente di commettere piccoli errori, come gli sbalzi dei nutrienti, senza ripercussioni significative.
Somango XL
Somango x Critical 47 | |
525 - 575 gr/m2 | |
60 - 100 cm | |
8 - 10 Settimane | |
THC: 18% |
Sativa 25% Indica 75% | |
550 - 600 gr/plant | |
120 - 200 cm | |
dal 15 Settembre fino alla fine del mese | |
Frastornante, Potente |
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Idroponica
Fai l'idroponica nel modo giusto e potrai ottenere risultati davvero mostruosi. Con il controllo completo su tutto ciò di cui ha bisogno la tua cannabis, gestire l'altezza della tua bellezza torreggiante può diventare una vera lotta. La nostra varietà raccomandata per chi coltiva in idroponica tiene conto di questa cosa senza influire sulle rese o sul sapore.
Wedding Gelato
Tratta bene questa signora "appiccicosamente dolce" e ti restituirà la devozione con il 20–25% di THC. In idroponica, il potenziale di crescita di una varietà è una cosa seria da considerare. La Wedding Gelato è ideale perché raggiunge solo i 60–100cm di altezza. La precisione dell'idroponica fa sì che tutti i suoi sforzi vadano nella produzione di cime dense e cariche di THC, piuttosto che crescere senza controllo.
Wedding Gelato
Wedding Cake x Gelato x Gelato 33 | |
450 - 500 gr/m2 | |
60 - 100 cm | |
8 - 10 Settimane | |
THC: 25% |
Sativa 40% Indica 60% | |
350-400 gr/plant | |
130 - 200 cm | |
Inizio Ottobre | |
Calmante, Confortante, Euforizzante, Fisicamente Rilassante |
Coltivazione di cannabis in terra o idroponica: Quale scegliere?
Ed eccoci qua. Adesso siete a conoscenza delle maggiori differenze e somiglianze tra coltivazione idroponica e in suolo. Sebbene queste tecniche non abbiano molta influenza sulle rese o sulla qualità dell’erba rispetto ad altre variabili, quando si tratta di concimazione e gestione le differenze saltano subito agli occhi. Per fortuna, potete ottenere risultati eccellenti sia indoor che outdoor. Mentre il terreno consente ai coltivatori un maggior margine di errore nella concimazione ed un approccio più pratico al momento di usare tecniche agronomiche come la pacciamatura o il no-till, le colture idroponiche consumano meno acqua. Quindi, quale strada percorrerete?